L’albero dei valori

 

 

Abbiamo già sottolineato, in queste pagine, l’importanza della crescita degli alunni: sono ragazzini svegli, sono più   grandi e capaci di comprendere meglio le problematiche della classe.

Con i vostri figli chiacchiero a lungo e mi soffermo spesso a discutere i valori che devono sorreggere le nostre azioni ogni giorno.

Il nuovo alunno, Klevi, è una ricchezza per tutti noi perché ci mette di fronte ad  una realtà diversa: la sua! Nel suo essere con noi, per lui nulla è scontato; infatti, al contrario degli altri compagni di classe non può fare l’errore di considerare ciò che sa come se fosse un traguardo raggiunto.

Questo bambino ora è calato in una realtà nuova e diversa da quella che conosceva prima, e ciò lo costringerà a lavorare moltissimo e con notevole sforzo, per raggiungere in poco tempo, tutti i traguardi che i vostri figli hanno conquistato in due anni di scuola. Ma l’entusiasmo di Klevi, unito alla sua voglia di imparare e alla fermezza e sollecitudine degli insegnanti, riusciranno a colmare le differenze anche con l’aiuto e la solidarietà sia dei compagni che quella di voi genitori.

Sottolineare le differenze non serve, piuttosto servirebbe pensare spesso a ciò che tempo fa hanno provato i nostri parenti quando emigravano in un paese straniero e si vedevano azzerare tutto ciò che avevano imparato per reinventarsi un nuovo modo di vivere e di pensare. Un emigrante è sempre una persona che soffre, che in qualche modo deve rinunciare a una parte della sua cultura per accoglierne un’altra, e questo non è facile per nessuno.

Solo con l’amore e la sollecitudine, ma anche la convinzione di riuscire a superare gli ostacoli linguistici, si può cercare di far sentire meno solo un bambino che ha bisogno di noi. Rassicuratevi cari genitori, i vostri figli impareranno i valori che la religione cerca di inculcarci, semplicemente stando accanto al loro amico con l’affetto che ogni persona ha il diritto di ricevere.


"Il reciproco amore tra chi apprende e chi insegna è il primo gradino verso la conoscenza".

Erasmo da Rotterdam