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Natale è uno stato d’animo, non un
giorno qualunque! Non è soltanto una festa per i cristiani, non è
soltanto una ricorrenza!
Papa Francesco ha affermato che: “ Il Natale sei Tu …… ogni volta e
tutte le volte, che illumini con la tua vita il cammino degli altri, con
la bontà, la pazienza, l’allegria, la generosità.” Quindi Natale è ogni
giorno. La ricorrenza di questa festa serve a ricordarci chi siamo e
cosa potremmo diventare se lo volessimo, ci chiede poco il Papa e molto
poco Don Tonino Bello (i suoi auguri sono dopo l’articolo) solamente un
impegno quotidiano in cui ciascuno sappia mettersi nei “panni degli
altri” che sappia almeno comprendere la sofferenza di chi non parla e
non ha voce. Chiedono poco queste figure emblematiche della Chiesa, per
molti in realtà si tratta di compiere uno sforzo grandioso; non è facile
spogliarsi del sé, abituati come siamo a vivere seguendo le onde dei
cambiamenti impossibili verso spinte egoistiche di sopravvivenza
personale. |
Considerare “ l’altro” è difficile
perché nel momento in cui lo facciamo dobbiamo agire e spesso è scomodo
doverlo fare, quindi rimaniamo indifferenti, facciamo spallucce e ci
affidiamo al qualunquismo. E’ l’agire che è difficile, resi insensibili
dalla sofferenza di chi ci sta accanto e magari ci si ricorda di questo
solo a Natale quando ci sentiamo tutti più buoni e propensi a donare.
Bisogna solo considerare che il nostro “piccolo mondo” è inserito nel
territorio più vasto che è il Pianeta, esso ha dei confini, in questo
perimetro limitato la sopravvivenza è garantita dalla salvezza di tutti,
non solo di una parte magari più attrezzata. Forse dovremmo guardare con
occhi diversi ciò che accade nel mondo, considerare che non si può
rimanere in silenzio di fronte alla sofferenza di molta gente, e tra
questi un esercito di bambini che osservano attoniti la guerra, la
morte, la distruzione. Questi auguri tardivi giungono in un momento in
cui molte persone hanno già “archiviato” il Natale, magari smantellando
i suoi simboli canonici ( l’albero, i festoni ecc…) e preparandosi a
festeggiare il Nuovo Anno con altre simbologie. Un augurio tardivo ma
significativo anche per il futuro prossimo venturo, l’ho trovato nel
messaggio scomodo degli “Auguri di Don Tonino Bello, il grido di un
vescovo della Puglia, di uno di noi, un uomo della nostra terra (figlio
di un carabiniere e di una casalinga di una famiglia del Salento),una
voce controcorrente e fuori dal coro che mi ha messo i brividi. Spero
sia motivo di riflessione anche per voi. Auguri.
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Carissimi,
non obbedirei al mio dovere di vescovo
se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio
infastidire. Non sopporto infatti l’ idea di dover rivolgere auguri
innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga
addirittura l’ ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come
indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda,
senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di
donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme
sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro
letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno
sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la
vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il
progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle
vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre
con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi
feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché
la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura,
l’ inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita
soppressa.
Giuseppe, che nell’ affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte
le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri
i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco
delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi
dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i
loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra
sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una
spanna, con l’ aggravante del vostro complice silenzio, si consumano
ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la
terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’
oscurità e la città dorme nell’ indifferenza, vi facciano capire che, se
anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti
inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno
bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’ edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se
provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e
scrutano l’ aurora, vi diano il senso della storia, l’ ebbrezza delle
attese, il gaudio dell’ abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio
profondo di vivere poveri che è poi l’ unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
Tonino Bello
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