Illuminiamoci di

 

 

BLU

 

 

Il 2 Aprile si celebra la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo istituita dalle nazioni unite nel 2007.

Per l’occasione abbiamo preparato un cerchio di cartoncino con intorno delle farfalle blu, simbolo dell’autismo, di queste farfalle una è diversa e naturalmente è la più bella e la più complessa da realizzare. L’obiettivo della giornata è quello di far luce su questa disabilità, promuovendo la ricerca e il miglioramento dei servizi e contrastando la discriminazione e l’isolamento di cui ancora sono vittime le persone autistiche e i loro familiari. In occasione della giornata vengono organizzati in tutto il mondo eventi, letture, incontri, convegni e mostre per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sull’autismo. Il colore dominante della giornata è il blu, si rinnova infatti la campagna mondiale “Light it up blue”, ideata dall’organizzazione Autism Speaks, che prevede di illuminare di blu i principali edifici delle città di tutto il mondo, come testimonianza della sensibilità nei confronti delle problematiche legate ai disturbi autistici.


L’autismo ma che cosa è? - hanno chiesto gli alunni- quando lo scorso anno ne abbiamo parlato per celebrare la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Vi ricorderete il famoso film del 1988, Rain Man - L'uomo della pioggia interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman Rain Man (Rain Man) Nel film appare in tutta la sua gravità e drammaticità la patologia di cui è affetto il protagonista, ma emerge anche la bellezza di una vita che va tutelata, protetta, difesa e capita, come alla fine del film riesce a comprendere il fratello” normale”. Così prima di salutare gli alunni per le vacanze di Pasqua, ne abbiamo riparlato: l’autismo è una forma particolare di disabilità, diversa da tutte le altre e sulla quale si conosce ancora poco anche se la patologia è in crescita. L’autismo è considerato, dalla comunità scientifica, un disturbo neuro- psichiatrico che interessa la funzione cerebrale; chi ha questa patologia ha un comportamento che mostra una accentuata diminuzione della integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri. Non si conoscono le cause di queste manifestazioni ma oltre alle cause neurologiche costituzionali ci sono anche cause psico-ambientali. La patologia presenta una certa varietà di sintomatologie che sono complesse da definire in un quadro clinico coerente e unitario, per questo motivo oggi si preferisce parlare più correttamente di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), comprendendo tutta una serie di patologie o sindromi aventi come denominatore comune le succitate caratteristiche comportamentali, sebbene a vari gradi o livelli di intensità.

Naturalmente con gli alunni non si possono affrontare problematiche cliniche o specifiche ma si è parlato più in generale delle diversità, o meglio, della unicità di ciascuno di noi. Tutti siamo diversi, di questo gli alunni si rendono perfettamente conto, è un concetto che possono comprendere, si confrontano tra loro e appare subito che sono diversi, ma ciò che li rende “uguali” è la loro unicità :come persone, come modo di essere, di comportarsi, di interagire, di apprendere ecc…

Allora mi hanno chiesto: - Ma chi sono i diversi? Siamo tutti noi, anche io sono diversa. Ciascuno di noi ha dei bisogni particolari, di cure e attenzioni specifiche che naturalmente sono diverse da persona a persona. Essere diversi è una ricchezza! La “diversità” dei diversi è ricchezza, ci ricorda ogni giorno i nostri limiti, le nostre manchevolezze, il nostro sentirci “normali” rispetto a una categoria di persone che invece vengono visti come altri da noi. Anche io potrei avere “sfumature” autistiche e magari non lo so perché non me ne rendo conto.

I “normali” potrebbero fare molto per questi bambini e per tutti i disabili in generale, si potrebbero individuare percorsi mirati per far raggiungere loro l’autonomia, in primo luogo rispetto a sé e al proprio corpo, successivamente creare spazi per lui anche all’interno del contesto classe o più in generale nel gruppo dei pari. Non dimentichiamo che ancora oggi persistono resistenze vecchie e nuove verso chi ha un problema, senza ricordare che chi ha un problema molto spesso è colui che ha maggiore bisogno di aiuto, ci si dimentica che non sono i problemi degli altri a farci paura, bensì ci fa paura, la paura di non sapere cosa fare per aiutarli, e quando qualcosa non si conosce fa paura e scatta il rifiuto.

Ho avuto il privilegio di conoscere e occuparmi di un bambino autistico, era dolcissimo di carattere molto bravo in matematica, ma a volte aveva episodi di aggressività e violenza che opportunamente gestiti riuscivano a riportarlo alla serenità e all’interazione sia con l’insegnante che con i compagni.

Lui ha lasciato in me un buon ricordo, sono certa che anche lui si ricorda di me.


http://www.lifegate.it/persone/news/il-2-aprile-e-la-giornata-mondiale-della-consapevolezza-dellautismo