La Buona Scuola
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Il documento emesso dal governo sulla Scuola e che mira al suo rinnovamento - pur senza essere una riforma - ha suscitato molti commenti, non solo da parte di chi nel mondo della scuola lavora, ma anche da parte delle famiglie che sono chiamate a dare un proprio giudizio.
Il documento, presentato dallo stesso Primo Ministro (Renzi) è abbastanza corposo, ma di non difficile lettura, e sarebbe il caso che voi ne prendeste visione, poichè non solo riguarda il futuro dei vostri figli, ma su di esso, come dicevamo sopra, siete chiamati a dare un giudizio, dal 15 settembre sino al 15 novembre , previa registrazione (questo il link: https://labuonascuola.gov.it/ )
Vi consigliamo comunque di leggere prima il documento scaricabile anche qui: la buona scuola.
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Ma cosa dice in sintesi questo documento?
Il rapporto "La Buona Scuola" è di 136 pagine
divise in sei capitoli:
3) Basta supplenze. Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.
(fonte: Polisblog.it)
Queste le intenzioni proposte dal governo, ma nella realtà cosa accadrà? Realmente basterà questo documento a cambiare la scuola? Per i primi tre punti si deve dar atto che il Governo ha messo in moto un meccanismo di assunzioni per cui si sta superando la fase delle "cattedre scoperte" che affliggeva soprattutto le scuole di secondo grado. Ma il meccanismo è giusto? Come ha giustamente commentato Stefano sul Sole24ore: " la stabilizzazione di tutti i precari in circolazione, quasi 150mila persone (...) costerà alle casse dello Stato un miliardo circa nel 2015, 3,1 miliardi nel 2016 per arrivare dopo dieci anni a 4,1 miliardi. A fronte, tutt'al più, di un risparmio di qualche centinaia di milioni di euro l'anno di supplenze risparmiate. (...) Siamo sicuri che la maggiore assunzione di dipendenti pubblici dai tempi della Dc dei vecchi tempi sia compatibile con la peggiore crisi economica che il Paese sta vivendo nel Dopoguerra? (...)
Un'infornata senza se e senza ma di 148.100
docenti, che sarebbero assunti quasi tutti senza aver passato un
concorso, appare del tutto inadeguata se l'obiettivo resta quello di
migliorare la scuola a vantaggio degli studenti e del Paese. Gli unici a
meritare davvero un'assunzione senza se e senza ma sono i vincitori del
concorso del 2012 non ancora immessi in ruolo. (...)
Come a dire che per decreto del governo in ogni scuola vi sono almeno il 33% dei docenti che non lavorano bene. E se, come spessissimo accade nelle scuole dell'infanzia e primaria (dati Ocse), tutti lavorano bene, ben oltre quello che la magra retribuzione meriterebbe? Comunque il 33% di quegli insegnanti dovrebbe essere classificata "poco meritevole", il che significa niente aumenti di stipendio. E come si stabilisce chi è "meritevole"?
Riportiamo qui uno stralcio di un lungo commento di Giovanna Lo Presti pubblicato su La Poesia e lo Spirito e Vivalascuola (per chi volesse leggere per intero - e lo consiglio- il bel commento questo è il link: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/09/15/vivalascuola-176/#1 )
"La faccenda potrebbe essere affrontata con buon senso: sappiamo che gli insegnanti non sono tutti eguali, che accanto al bravissimo lavora il mediocre, che qualcuno conclude il suo impegno con la permanenza a scuola e che altri lavorano ore e ore a preparare lezioni e correggere compiti. Però tutti questi insegnanti tra di loro diversi sono educatori: dovremmo porci una semplice domanda e chiederci che effetto avrebbe sul mediocre l’essere stigmatizzato come tale. Se il bravissimo lo è veramente (e non è invece un arrampicatore sociale fallito, ché per dar la scalata a denaro e successo la scuola non è la sede più adeguata), sarà pago della stima dei suoi studenti e dei colleghi. Quanto all’impegno nello svolgere il proprio lavoro, è questione del dirigente verificare, con scrupolo e onestà, se tutto funzioni per il meglio. Stabilire chi siano i docenti migliori è questione spinosa e non è un caso che, alla fin fine, ci si butti su parametri puramente quantitativi per definire il “merito”. In realtà la “meritocrazia” è il vessillo ideologico di una classe dominante per cui la competitività è un valore e l’eguaglianza un disvalore, anzi una tabe che sta all’origine di ogni ristagno sociale. Poco conta, per la classe padrona, l’evidenza dei fatti e che dopo un quarto di secolo di grezzo neo-liberismo tutto l’Occidente (fatta eccezione per la classe padrona) sia in stato di sofferenza."
Noi ci fermiamo qui. A voi auguro una buona riflessione sul documento "La Buona Scuola" e vi invito a partecipare attivamente al sondaggio voluto dal ministero, dimostrandovi Cittadini attivi e dotati di spirito autonomo e critico.
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Per chi vuole approfondire: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/category/viva-la-scuola/
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