A lezione di Codeweek :

 

un’ora di lezione senza computer

 

Oggi ho seguito una lezione molto interessante tenuta dal prof. Bogliolo Alessandro Direttore di Scienza e Tecnologie dell'Informazione dell’ Universita di Urbino. Dal 2010 è coordinatore del Scienza e Technology Division del Dipartimento di Matematica, Fisica e Informatica.

Segnalo questa lezione perché implica attività operative e pratiche destinate alla scuola primaria e addirittura alla scuola dell’infanzia. Perché il coding a scuola? In un precedente articolo relativo alla flipped classroom che si trova nell’archivio del sito (nel mese di settembre) si parla del coding come una delle novità che il nuovo governo aveva intenzione di promuovere a partire dalla scuola elementare.

Il coding presuppone l’introduzione del linguaggio informatico fin dalle scuole elementari, di insegnare il pensiero computazionale che permette di avere un approccio agli oggetti di studio in modo logico attraverso il problem-solving; una metodologia didattica supportata dalla tecnologia, che permette di creare nuove strategie e cambiare il modello d’insegnamento.

Non si tratta di insegnare in modo strumentale come utilizzare un computer, perché l’informatica è qualcosa di più; permette di ragionare in modo algoritmico e di risolvere un problema in modo corretto, pratico, sequenziale e funzionale.

Durante la lezione che ho seguito viene spiegato in modo pratico e giocoso un primo approccio al linguaggio computazionale. Tutti gli insegnanti sanno che le attività giocose hanno molta presa sugli alunni e offrono occasioni di apprendimento consolidato che non sempre si raggiungono con la didattica tradizionale.

Certo queste attività implicano rigore nel pensiero e nella sequenzialità delle azioni, ma sviluppano anche il pensiero creativo in quanto permettono di creare nuove idee e nuovi approcci di pensiero, applicato alle stesse cose ma in modo diverso.

Durante la lezione sono stati presentati dei giochi della serie Cody Roby strutturati a difficoltà graduale e che permettono poi di arrivare a livelli più alti di attività.

La cosa che mi è sembrata più interessante è che questo gioco si può fare anche senza un Pc e per questo motivo è adatto agli alunni a partire dalla scuola infanzia/primaria. Nel gioco Seguimi si utilizzano delle cards che sono indicatori di posizione, c’è Roby che deve muoversi su una scacchiera seguendo le indicazioni delle cards.

E’ un gioco che non ha pretese di originalità perché in altri modi ci sono giochi simili on line che seguono la stessa logica, ma la novità è che le cards simbolicamente si incastrano a formare un puzzle, serve a far comprendere che le istruzioni possono essere incatenate, sono impilabili dalla prima all’ultima, si possono leggere da destra verso sinistra e viceversa, ma anche in verticale, dall’alto verso il basso.

Altri giochi presentati sono Duel, La Corsa e La Turista ( si chiama così per cercare di avvicinare le bambine a tipologie di gioco che non sempre fanno parte dei loro interessi).

In un’altra lezione Bogliolo ci parla del linguaggio delle cose, la programmazione è il linguaggio delle cose, noi usiamo molti strumenti tecnologici, diamo delle istruzioni e loro lavorano per noi, diamo loro istruzioni molto semplici, molto chiare, una alla volta ma che vengono elaborate in modo velocissimo. Ma per fare questo dovremmo conoscere il loro linguaggio.

Il linguaggio visuale permette di creare sequenze di istruzioni componendole graficamente attraverso un algoritmo che altro non è che un procedimento da seguire, mentre il linguaggio è solo un modo per esprimerlo. Fare coding a scuola ha un senso perché il linguaggio di programmazione non deve essere inteso come un qualcosa che appartiene solo agli addetti ai lavori o a persone esperte, ma ormai è un linguaggio che i nostri alunni sanno usare meglio di noi, ve ne accorgete quando usano senza difficoltà computer, cellulari tablet e smartphone, ma senza sapere realmente come funzionano, non conoscono il loro linguaggio, le potenzialità e neanche i pericoli.

Come tutti i linguaggi va insegnato, non sembra strano a nessuno che ci sia un linguaggio per la matematica, per le scienze, per l’italiano la storia la geografia ecc… Sono i linguaggi specifici delle discipline, la cui padronanza permette di qualificare il sapere e di avere delle competenze, a buon diritto quindi i nativi digitali dovrebbero imparare il linguaggio di programmazione delle macchine che loro usano con tanta disinvoltura e interesse maggiore del nostro

Per coloro che volessero approfondire l’argomento del Cody Roby e scaricare le istruzioni sui giochi da fare offline vi consiglio questo sito:


http://codeweek.it/


Per chi volesse seguire delle lezioni di approfondimento l MIUR, in collaborazione con il CINI – Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, ha avviato questa iniziativa con l’obiettivo di fornire alle scuole una serie di strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per formare gli studenti ai concetti di base dell'informatica. Consultate questo sito:


http://programmailfuturo.it/come/lezioni-senza-rete



Ringrazio il rettore di Didasca Prof. Silverio Carugo e il suo staff per avermi offerto la possibilità di seguire queste lezioni. Grazie!