Comenius in Turchia

 

 

 

ll progetto Comenius ha la finalità di mettere in contatto tra loro le scuole dei vari Stati dell'Unione Europea. Gli obiettivi che si propone di conseguire sono molteplici:

una maggiore conoscenza dei vari sistemi educativi;

una migliore integrazione delle metodologie didattiche per permettere a tutti di raggiungere degli obiettivi educativi standard in tutta l'Unione Europea (obiettivi OCSE-PISA per la verifica dei quali si sottopongono gli alunni alle prove INVALSI);

una migliore conoscenza degli stili di vita, delle tradizioni, degli usi  dei costumi di ogni singolo popolo per una maggiore integrazione culturale tra le varie nazionalità che compongono l'Unione Europea, con lo scopo di rafforzare la convivenza pacifica tra i popoli.

 

 

Il nostro progetto, come già sapete (vedi qui e anche qui) ha coinvolto ben sei nazioni: Bulgaria, Croazia, Italia, Polonia, Romania e Turchia.

La visita, lo scambio culturale in Turchia, tra i vari partner europei, l'interazione con gli insegnanti, ci ha permesso di poter confrontare tecniche e metodologie di insegnamento, e confrontarci su problematiche e  modalità di apprendimento degli alunni.

 

La scuola obbligatoria turca è organizzata in modo abbastanza diverso dalla nostra: la scuola primaria dura 4 anni; poi vi è un ciclo intermedio di altri 4 anni ed infine un altro biennio di studio.

I ragazzi della scuola partner appartenevano al ciclo intermedio ed i ragazzi, perciò, avevano una età compresa tra i 10 ed i 16 anni.

I nostri partner turchi sono di Kirşheir, nella parte centrale della Turchia, a circa 200 km a sud della capitale Ankara. La scuola, appena completata, si trova in periferia,ed è frequentata da una utenza popolare non molto ricca.

Le attività didattiche, essendo una scuola media,  sono organizzate su moduli orari, ma con un elemento di novità per noi: ogni insegnante ha la propria aula, per cui alla fine di ogni lezione i ragazzi devono spostarsi da una aula all'altra per fare lezione.

In questo modo ogni aula diventa una specie di "laboratorio" della disciplina insegnata dal singolo docente, con un evidente risparmio di materiali (l'insegnante di geografia, ad esempio, ha in una sola aula tutte le carte geografiche e gli strumenti che servono per le lezioni; l'aula dell'insegnante di scienze è il laboratorio scientifico,...) Ovviamente questa organizzazione è possibile solo se la scuola non ha molti alunni: gli alunni turchi, infatti, in tutto erano meno di 150.

 

Il tema del nostro progetto Comenius erano i giochi di strada dimenticati (Forgotten Street Games) e nella dimostrazione dei giochi che gli alunni turchi hanno fatto per noi, abbiamo scoperto come alcuni giochi siano davvero universali. Noi sapevamo che il gioco della lippa (u ciucchele) era diffuso in tutta l'area mediterranea, ma non ci aspettavamo di veder eseguire un vecchio  gioco che un tempo non molto lontano noi facevamo all'aperto, come la cavallina (a cavadde sotte) e addirittura con un nome molto simile (l'asino piegato)

 

Altri giochi, invece, erano nuovi per noi e li proporremo per il prossimo anno ai nostri ragazzi. Come era per noi nel passato, quando i ragazzi giocavano per strada, tutti i giochi turchi prevedono spazi aperti e loro ne hanno in abbondanza. Pur essendo Kirşheir una città di 150.000 abitanti, è molto estesa ed ha molti spazi aperti in cui i bambini possono giocare. Inoltre ogni scuola ha il suo ampio cortile riservato ai giochi  degli alunni, come abbiamo potuto vedere girando per la città.

 

 

Quello che ci ha colpito di più, tuttavia, è stata la accoglienza amichevole del corpo docente e degli alunni; la loro voglia di comunicare, malgrado le difficoltà della lingua; la volontà di confrontarsi e la grande disponibilità dimostrata.

Per i ragazzi soprattutto immaginiamo che sia stata una grande esperienza ed emergeva tutta la loro curiosità;  ci cercavano per lo scambio di semplici frasi in inglese, ma anche per cercare di insegnarci alcune parole in turco: uno scambio davvero intenso ed emozionante nella sua estrema semplicità.

 

 

Insomma, per noi è stata una splendida esperienza di vita e di cultura, da cui cercheremo di trarre il meglio per migliorare il nostro modo di insegnare e per ricordarci (noi e i nostri alunni) che la Pace e la Comprensione tra i popoli è una cosa possibile: basta volerla.

La Turchia ci è rimasta nel cuore.