Qualche
anno fa la Presidente del Comitato dei genitori della nostra
scuola, la signora Margherita
Lillo, rivolse a tutti gli insegnanti un augurio particolare, ci
regalò una pergamena con un estratto del libro di Daniel Pennac
“Diario di scuola”. Ho custodito la pergamena, e scartabellando
tra le mie agende, l’ho ritrovata.
Ho pensato di condividerla con voi perché il messaggio che
trasmette è molto significativo e in tempi di incertezza
generale, dove il ruolo degli insegnanti è svilito, reso
impiegatizio e produttivo nella misura in cui l’azienda scuola
lo permette.
Mi
sembra opportuno ricordare che il nostro ruolo è fondamentale
per la formazione di persone che sappiano accostarsi alla vita
con basi di conoscenza solide e nello stesso tempo, valorizzando
le caratteristiche individuali, garantire l’autonomia
individuale e formare menti capaci di pensiero critico. La
scuola non è morta, e per chi ci crede continuerà a svolgere il
suo compito anche se la politica non incrementa la cultura e non
fornisce opportunità adeguate agli insegnanti che si barcamenano
con tagli agli stipendi, tagli al personale scolastico, precari
a spasso e scatti di pensione non riconosciuti. Le persone hanno
più valore della bieca politica.
Vi
propongo l’estratto del libro.
“ C’è una
correlazione tra una classe e un’orchestra.
Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare.
La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare
l’armonia.
Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è
un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il
piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scaccia
pensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che
lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che
diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e
che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce
all’insieme.
Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla
fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non
in maniera brillante come il primo violino ma conoscerà la
stessa musica…..
fabbrica-scuola
Il problema
è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi
violini….e alcuni colleghi si credono dei Karajan che non
sopportano di dover dirigere la banda del paese.
Sognano tutti la filarmonica di Berlino, è comprensibile…….”
Credo a questo punto che aggiungere altre parole sia superfluo,
tuttavia sarebbe bene ricordare che un’ottima scuola ha bisogno
di tutti, e che….alcune cose sono possibili perché c’è il
contributo di tutti e non di pochi,che l’omologazione permette,
sì, un maggior controllo ma genera appiattimento verso il basso,
senza ottimizzare le risorse dei singoli individui che suonano
strumenti diversi."