Difficile Gestione

 

Cosa fare quando il bambino diventa "oppositivo", non rispetta le regole o deliberatamente si comporta in modo problematico?

Genitori e insegnanti ci troviamo spesso in difficoltà quando ci sono da gestire questi bambini.

Le reazioni più comuni e anche poco efficaci, sono:
- sgridare;
- fare le prediche;
- minacciare (spesso senza poi far seguire i fatti alle parole);
- punire.

 

In queste circostanze si provano emozioni di rabbia e frustrazione poichè si resta invischiati in una sorta di fallimentare braccio di ferro per il controllo della situazione.
Probabilmente sarebbe più opportuno porsi una domanda: perché i bambini “non si comportano bene”?
Una prima considerazione è che il desiderio di compiacere l’adulto conformandosi ai suoi desideri deve spesso fare i conti con la spinta verso l’autonomia: anche i bambini vogliono avere la sensazione di poter controllare la situazione!
Inoltre, diciamo la verità: comportarsi bene in genere richiede più impegno che comportarsi male! Pulire e mettere in ordine una stanza non è divertente come fare confusione; mettersi silenziosamente in fila per uscire dalla classe è più faticoso che muoversi disordinatamente chiacchierando con i compagni.

Ormai ben sappiamo che se si vogliono modificare specifici comportamenti è più efficace ricorrere a strategie che si basano su premi piuttosto che su punizioni. 
I bambini sono infatti molto più motivati a fare qualcosa se così facendo ottengono un risultato positivo: “controllano” in tal modo la situazione attraverso il proprio comportamento e hanno una gratificazione per la fatica impiegata.

Le punizioni, invece, vanno invece usate solo in caso di necessità perché devono agire da deterrente.

E’ comunque sempre auspicabile che coincidano con perdite di privilegi (es.: divieto di usare un videogioco o andare a casa di amici), piuttosto che con l’obbligo a fare cose indesiderate (es: compiti supplementari).


Inoltre, per quanto riguarda i premi, c’è da evidenziare che:

- forniscono ai bambini un incentivo temporaneo a provare nuove modalità di comportamento;

- possono essere beni materiali, ma è meglio che siano delle attività piacevoli (per esempio avere il permesso di andare a casa di amici o poter ricevere a casa i compagni di classe);

- dovrebbero essere cose attraenti ma piccole e commisurate allo sforzo richiesto al bambino.

In sintesi i premi non devono diventare lo scopo di un comportamento del bambino: in questo caso il risultato ottenuto è deleterio ed opposto a quello che ci si era prefissati.

Mi è capitato di osservare il caso di un bambino che "ricattava" i nonni, con i quali trascorreva i pomeriggi, con cose tipo: "Farò i compiti subito, se mi dai 5 euro"; "Non farò arrabbiare la nonna, se mi compri tre pacchi di figurine", ... In pratica il bambino non solo non aveva un comportamento corretto, ma deliberatamente assumeva atteggiamenti provocatori in modo da spingere i nonni a rispondere al suo ricatto per porre fine alla provocazione.

 

Un modo per sfruttare il “potere” dei premi è quello di inserirli all’interno di un vero e proprio programma di gratificazione per il bambino che presenta particolari comportamenti problematici.

Il primo passo, però, è decidere esattamente quali comportamenti modificare (quelli cioè che si verificano “ogni volta che”, creando disagio, confusione, conflittualità), scomponendo eventualmente il comportamento problema in componenti più piccole e partendo quindi da quelle più semplici.

Se, per esempio, il comportamento che si vuole modificare è che il bambino lasci in ordine la propria stanza prima di andare a cena, evitando i continui richiami della mamma, bisognerà individuare alcune azioni specifiche (meglio non più di un paio) che dovrà compiere (es.: rimettere tutti i giochi nelle relative scatole, in massimo 5 minuti).


Per utilizzare efficacemente dei programmi di gratificazione bisogna essere:

Positivi - Lodare (in modo credibile, dunque non sproporzionato) i comportamenti positivi, comunicare fiducia al bambino rispetto alle sue capacità di comportarsi adeguatamente, premiarlo sempre quando ciò accade.

Coerenti - Rispettare sempre quanto concordato nel programma, in altre parole dimostrare al bambino che “si fa sul serio”.

Realistici - Gli obiettivi definiti devono essere realistici e raggiungibili per il bambino che, altrimenti, perderà la motivazione.


Questo tipo di intervento è generalmente efficace per bambini fino a 10 anni e può essere utilmente applicato per comportamenti quali: conflittualità tra fratelli, difficoltà a finire i compiti, comportamento inadeguato a tavola, etc.

Dando più spazio ai rinforzi positivi e meno a rimproveri e punizioni, si ottengono anche i cosiddetti “vantaggi invisibili” :


- i bambini aumentano la propria autostima;
- l’adulto viene percepito come persona equa, chiara e affidabile;
- le interazioni con adulto-bambino diventano più piacevoli.

 

Fonti:

Laura Dominijanni - Psicologa, Psicoterapeuta

 Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinico-dinamica