Facoltà di Scienze della
Formazione Università Cattolica di Milano)
Fare scuola al giorno d’oggi è
sempre più difficile: gli insegnanti si
ritrovano ad agire in contesti educativi assai problematici; i
gruppi numerosi e le esigenze particolari dei singoli alunni
presenti in classe richiedono un forte dispendio di energie, non
poca fatica fisica e attenzioni speciali che provocano in molti
docenti reazioni di ripulsa nei confronti di una impostazione
pedagogica attenta alla dignità e alle esigenze personali degli
allievi.
Gestire in serenità le nostre classi
sta diventando un’impresa complessa per le caratteristiche di
ciascuno, per i bisogni educativi e le difficoltà oggettive nel
rispettare le normali regole di convivenza civile. La scuola
italiana sta affrontando uno dei suoi periodi più gravi e
rispondere all’emergenza educativa che gli
alunni presentano è diventata e diventerà sempre più una sfida
per la scuola. Molti docenti non sanno come agire: in tutti i
contesti scolastici, in ogni ciclo e in ogni regione italiana,
intercettiamo la richiesta di aiuto degli insegnanti, le loro
necessità di indirizzi chiari ed efficaci su come agire e
gestire gli allievi.
Allievi difficili, classi difficili
Nelle classi sono spesso presenti
allievi con problematiche personali che impegnano la capacità
educativa degli insegnanti: alunni “male-educati”, incapaci di
rispettare e comprendere le esigenze di altri compagni, degli
insegnanti e degli educatori; alunni con disturbi specifici che
presentano difficoltà e problematiche che richiedono interventi
mirati e competenti; classi sempre più eterogenee,
multiculturali, non sempre preparate e pronte a rispettare e
accogliere le diversità.
Nelle nostre aule, poi, troviamo
alunni “ansiosi”, “pigri” ecc. facilmente gestibili in
situazioni di “tranquillità” ma che in un contesto più complesso
rischiano di non trovare appoggi educativi sicuri capaci di
aiutarli nel proprio cammino. Infine, non dimentichiamo gli
allievi con disabilità, i quali richiedono attenzioni,
competenze e percorsi didattici idonei capaci di rispondere ai
loro bisogni.
La soluzione è la gestione della
classe
Di fronte alle problematiche
emergenti e pressanti gli insegnanti hanno una via d’uscita:
adottare strategie educative e didattiche efficaci
che da un lato rispondano ai bisogni degli allievi e siano la
manifestazione di una scuola capace di comunicare e offrire
esperienze di qualità, dall’altro aiutino i docenti a superare
il malessere che si sta diffondendo in tutta la categoria,
quell’insoddisfazione che provoca negli insegnanti demotivazione
e reazioni di rifiuto dell’”educativo” in favore di soluzioni
autoritarie e punitive.
La soluzione però non è quella di
assumere uno stile d’insegnamento rigido, inflessibile, severo
nelle sue manifestazioni non verbali o duro negli interventi sui
singoli, volto solo a ripristinare l’ordine: uno stile
autoritario capace di “tenere la disciplina”. La soluzione è
gestire correttamente la classe. Questo significa conoscere ciò
che condiziona l’apprendimento sotto il profilo
delle scelte organizzative e didattiche, promuovere l’interesse
e incoraggiare la partecipazione, intervenire nelle dinamiche di
gruppo tenendo sotto controllo la situazione per agire
preventivamente in caso di necessità.
La classe intesa quindi come
ambiente fisico e sociale caratterizzato da una serie di
variabili che ne influenzano l’andamento e di cui
l’insegnante deve tener conto: dal prestare attenzione a più
dimensioni comunicative e comportamentali, alla consapevolezza
della simultaneità con la quale in classe molti fatti avvengono
contemporaneamente e alla necessità di intervenire in modo
tempestivo. Di fronte a tanta complessità è dunque necessario
riflettere su chi è e cosa è tenuto a fare l’insegnante in una
scuola che cambia e che è in continua evoluzione
Gestire la classe significa anche
saper occuparsi, a partire da alcuni principi-guida, delle
situazioni problematiche degli allievi con disabilità visiva,
uditiva, mentale, con disturbi di attenzione e iperattività, con
autismo, i quali necessitano di vivere in un contesto educativo
in cui i bisogni siano soddisfatti nel rispetto delle esigenze
dei singoli e di tutti.
Il
parere degli insegnati della classe II E
Che cos’è la gestione della
classe,
Condurre una classe significa
creare un clima positivo, promuovere l’interesse per lo
studio e mantenere alta la motivazione all’apprendimento. Il
clima positivo si crea nel momento in cui si comprendono e si
osservano le regole di convivenza civile e le strategie che gli
insegnanti hanno comunicato e condiviso in un primo momento, con
le famiglie e in seguito con gli stessi alunni. Se le regole
della classe sono accettate dalle famiglie, è implicita la loro
piena collaborazione, in osservanza ad un patto educativo non
scritto ma “stipulato” con gli insegnanti e approvato per tacito
accordo e condiviso.
Ogni volta le decisioni riguardanti
le scelte didattiche che coinvolgono i loro figli, vengono
discusse e affrontate insieme alle famiglie.
Come fare per gestire la
classe.
Il “come comunicare”
costituisce la pietra fondamentale delle dinamiche
relazionali che sorgono in classe, delle regole, delle procedure
più opportune da adottare a scuola per favorire lo sviluppo
ottimale degli allievi. È presa in considerazione anche l’azione
disciplinare più proficua da mettere in campo nei confronti dei
comportamenti inadeguati in classe.
Cosa fare per gestire la
classe.
Non sempre è possibile essere
bersaglio di più richieste da parte degli alunni se queste
avvengono contemporaneamente e simultaneamente. Innanzi tutto
non è possibile aiutare i singoli alunni, i quali nel rispetto
della loro individualità hanno bisogni e problematiche diverse.
Spesso in classe vi è un baccano
infernale, ogni bambino ha richieste impellenti ed
improrogabili, spesso rivolte ad alta voce, a volte esagerando
con espressioni e comportamenti non adeguati ed a volte
oppositivi.
Fin dalla prima classe gli alunni
sono stati educati all’ascolto; ad ascoltare gli altri e
le loro riflessioni, imparando ad aspettare che qualcuno
finisca di parlare, ad alzare la mano.
La fermezza degli insegnanti a non
derogare a questa regola, determina la capacità di comprendere
che vi è un altro da sé, a rispettare gli altri e /o a
rispettarsi.
Oggi purtroppo si assiste alla
difficoltà sempre più evidente da parte delle famiglie di essere
luogo privilegiato di educazione dei figli, mentre da parte loro
aumenta la richiesta di un maggior impegno educativo da parte
della scuola. Ma la scuola e/o gli insegnanti possono farcela
solo con la collaborazione delle famiglie, con la loro fiducia,
che insieme si possa riuscire a orientare e indirizzare al
meglio la crescita dei piccoli alunni.