Giornata Nazionale Degli alberi

 

Il 21 Novembre si celebra la giornata nazionale dedicata agli alberi. Questa giornata è stata riconosciuta dalla Legge n.10 del 14 gennaio 2013 (che riguarda le norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani) nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del patrimonio arboreo e boschivo mondiale ed italiano e per tutelare la biodiversità; con l’intento di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, gli obiettivi del protocollo di Kyoto e attuare le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra.

Quest’anno il tema è: “L’albero: la sua storia, la nostra storia” e prevede la piantumazione in aree pubbliche di piantine di specie autoctone.

La nostra scuola parteciperà alla manifestazione con il coinvolgimento degli alunni della scuola dell’infanzia che si è attivata per coinvolgere anche i genitori, nella piantumazione di piccoli alberi. E’ questa una occasione per riflettere sull’importanza degli alberi per la vita dell’uomo e per l’ambiente: da sempre gli alberi grazie alle loro radici contrastano i fenomeni di dissesto idrogeologico, mitigano il clima, rendono più vivibili gli insediamenti urbani, proteggono il suolo e migliorano la qualità dell’aria sono elementi fondamentali negli ecosistemi, contribuiscono significativamente a contrastare l’inquinamento ambientale e a migliorare la qualità della nostra vita. Spesso ci dimentichiamo della loro importanza e ce ne ricordiamo solo quando si scopre che le piogge torrenziali in alcune città hanno provocato esondazioni , frane smottamenti e dissesti nel manto stradale. Calamità naturali? Non direi perché se nella Penisola Italiana si continuano ad abbattere alberi per dare spazio alla cementificazione di zone rurali e boschive, (specialmente in prossimità di città ad alta densità turistica) non bisogna meravigliarsi se poi l’acqua della pioggia non trovando ostacoli significativi crea disastri ambientali.

 

Certamente gli alberi di ulivo, meritano di essere inseriti a pieno titolo nella celebrazione di quest’anno perché essendo millenari rappresentano davvero con la loro presenza una parte della nostra storia.

A questo proposito vorrei segnalarvi una bella notizia che ho letto questi giorni; sembra che gli ulivi secolari della Puglia potrebbero diventare presto Patrimonio Unesco.

Sono dei veri e propri simboli del patrimonio naturale regionale e nazionale, il simbolo di un millenario rapporto fra l’uomo e la natura, fatto di rispetto e armonia, oltre che una fonte di sostentamento economico per la popolazione. Dagli ulivi pugliesi infatti si ricava olio extravergine di qualità, uno dei prodotti più caratteristici del "Made in Italy".

Sebbene l’utilizzo delle olive sia attestato da testimonianze che rimandano alla preistoria, i primi ad introdurre in Puglia la coltivazione degli ulivi probabilmente furono gli antichi Messapi.

L’ulivo compare nella citazione della Bibbia intorno all’anno 1000 a.C. collegato alla colomba della pace quando ritornò all'arca di Noè con una foglia d'ulivo nel becco annunciando il ritiro delle acque.

La prima olivicoltura si sviluppò in paesi come la Palestina, la Siria e Creta, luoghi di origine delle più antiche civiltà. In varie parti di Puglia iniziarono 3 millenni fa ad innestare le piante di olivo selvatico, l’olivastro, con l’olivo domestico, più produttivo, per ottenere le olive dalla quale ricavare il preziosissimo olio.

L’olivo che tutti noi conosciamo, nella sua forma selvatica è un arbusto sempreverde con rami anche spinosi che si chiama olivastro o oleastro. Produce delle piccole olive dalla quale si può ottenere solo piccole quantità di olio rispetto, invece, all’olivo domestico. La tecnica più antica per piantare un oliveto era proprio quella di innestare gli olivi selvatici diffusi tra la macchia mediterranea con la varietà olea europea sativa.

Ma gli uliveti erano disordinati così si cominciò in epoca romana a usare la tecnica di piantare gli ulivi in file regolari, con piante poste a una distanza di 18 metri e che possiamo riscontrare in molti uliveti millenari che si trovano nelle aree vicine all’antica via Traiana d’epoca romana.

Oggi il territorio di Ostuni, Monopoli, Fasano e Carovigno rappresenta l’area a maggior concentrazione di ulivi secolari e molti certamente millenari. E proprio da questa area che passa una delle vie più antiche, la via Traiana fatta costruire dall’imperatore Traiano circa duemila anni fa per favorire la comunicazione di Roma con il porto di Brindisi e con l’Oriente. La via Traiana ha permesso lo sviluppo del commercio dell’olio grazie alla comunicazione con i porti vicini, luoghi in cui le navi olearie, cariche di vasi di terracotta partivano verso il nord Italia e il nord Europa, e questa è la ragione per cui ai lati di questa via sono sorte un gran numero di antiche masserie, ognuna con il loro frantoio ipogeo.