Giubileo della Misericordia o Anno Santo 2015

 


Parlare agli alunni del Giubileo o Anno Santo è necessario non solo per una conoscenza storico-religiosa di un evento importante per la religione cattolica, ma anche perché stiamo vivendo un periodo politico incerto e amareggiato da guerre che hanno come sfondo il fondamentalismo religioso. Ritengo che sia necessario che gli alunni conoscano le motivazioni che hanno spinto il Papa a indire un Giubileo straordinario fondato sulla Misericordia.

Il tema della Misericordia si ritrova nelle tre grandi religioni monoteiste, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. Per noi l’organo simbolico di questa virtù è il cuore (miseri-cordia) che prova compassione e condivisione nei confronti del misero.

Come gli ebraici, anche noi usiamo nell’invocazione liturgica il verbo eleéô, quando pronunciamo il Kyrie eleison, “Signore, abbi misericordia!”. Sia per l’ebraico sia per il greco, le due lingue principali delle Sacre Scritture, la sede della misericordia è l’utero materno o la generatività paterna.

Nel Salmo 103 “Come un padre prova misericordia (rhm) per i suoi figli, così il Signore prova misericordia per quelli che lo temono» (v. 13), cioè per i suoi fedeli. Tutte le sure (o capitoli) del Corano si aprono proprio con due aggettivi arabi modulati sulla stessa radice rhm del termine biblico: «Nel nome di Dio misericorde e misericordioso» (bismillah al-rahman al-rahim).

«Nel nome di Dio misericorde e misericordioso» (bismillah al-rahman al-rahim)

È, perciò, paradossale e assurdo che il fondamentalismo musulmano agisca proprio in senso opposto, ignorando il volto autentico del Dio del Corano che, prima di essere giusto, è compassionevole e misericordioso. Certo, nel libro sacro dell’islam ci sono pagine aspre e violente, come ci sono nell’Antico Testamento. Ed ecco allora l’intenzione del Papa di riunire le diverse fedi religiose su un unico termine quello della Misericordia, invitando a riflettere sulla importanza di un’interpretazione che cerchi di cogliere l’essenza profonda di una religione, al di là delle formule scritte nei libri sacri, l’invito a superare i fondamentalismi dovuti ad una interpretazione letterale dei libri sacri perché, come scriveva san Paolo, «la lettera uccide, è lo Spirito che dà vita» (Corinzi 3,6). Un invito a tutti i fedeli a essere misericordiosi e a praticare la fede d’amore che Gesù ci ha lasciato sacrificando la sua vita per noi come ha detto durante l’ultima cena“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13). L’8 dicembre in coincidenza della festa dell’Immacolata Concezione, Papa Francesco ha dato inizio al Giubileo della Misericordia 2015 con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro e si concluderà il 20 novembre 2016. La Porta è il simbolo del passaggio che ogni cristiano deve fare, dal peccato alla grazia, nel vangelo secondo (Giovanni 10, 7) Gesù dice «Io sono la porta». In passato questa Porta era murata fuori e dentro; quando aveva inizio il Giubileo il Pontefice batteva tre colpi sul muro con un martello d’argento dicendo: «Aperite mihi portas iustitiae... Haec porta Domini... Introibo in domum tuam, Domine», quindi il muro veniva abbattuto, fatto scendere lentamente poi tagliato e sistemato su argani. Dal Giubileo del 1974 e nei due Giubilei indetti da Giovanni Paolo II - quello straordinario della Redenzione nel 1983 e quello ordinario dell’anno 2000 - la Porta Santa è stata aperta e chiusa senza la presenza del muro e dei mattoni. L’Anno Santo si chiuderà con la chiusura della Porta. Anche questo è un giubileo straordinario in quanto normalmente il Giubileo ricorre ogni 25 anni mentre in passato ricorreva ogni 100 anni o ogni 50 anni o 33 anni. Il termine Giubileo risale alla tradizione ebraica che fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra prima della semina, la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi. Per segnalare l’inizio del Giubileo si suonava un corno di ariete, in ebraico “yobel”, da cui deriva il termine cristiano “Giubileo”.

lo Yobel

Il testo nel quale si parla del “Giubileo Biblico” è contenuto in Levitico 25,10:
“Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia”.
Il Santo Padre nella “Misericordiae Vultus” la bolla di indizione del Giubileo afferma :”.. in questa occasione sarà una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza». Il Giubileo infatti vuole essere un segno della misericordia del Padre, a chi vi si avvicina da pellegrino chiede un momento di riflessione sulle opere di misericordia corporali e spirituali per diventare segno efficace dell’agire del Padre. Il Papa concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma (o in altre mete specificate) e compiono particolari pratiche religiose. Il solo pellegrinaggio, però, non è sufficiente. Il fedele deve volere l’indulgenza, dev’essere in stato di grazia e completamente distaccato dal peccato, deve confessarsi, fare la comunione e pregare seguendo le intenzioni del Papa. Poi deve fare una “opera”: il pellegrinaggio in una delle “mete giubilari” e una opera di pietà o di misericordia o di penitenza.

 

Alcuni riferimenti sono tratti da Famiglia Cristiana