Grembiule o Divisa?

 

Come ogni anno, all'apertura delle scuole più di uno pone il dilemma: è meglio che i bambini indossino il grembiule o semplicemente è meglio che vestano normalmente i loro consueti indumenti?

Le teorie e le argomentazioni a favore dell'una o dell'altra ipotesi sono tante ed ognuno cerca di dimostrare la bontà delle proprie tesi.

Un paio di anni fa la ministra Gelmini emanò una disposizione per rendere obbligatorio l'uso del grembiule nella scuola primaria, e da ciò ne derivò un acceso dibattito, spesso anche partendo da posizioni politiche preconcette.

Ora non vi è nessuna imposizione dall'alto, nel senso che la attuale ministro Stefania Giannini non ha emesso nessuna circolare impositiva a riguardo e le singole scuole possono decidere autonomamente. Tuttavia non va dimenticato che le disposizioni della Gelmini non sono state abrogate, come non è mai stata abrogata la norma dei programmi del 1923 (riforma della Scuola del ministro Gentile, in piena epoca fascista) che rendeva obbligatoria la divisa scolastica: grembiule nero per i maschietti; grembiule bianco per le femminucce.

Fino al 1968, anni della contestazione giovanile e studentesca, l'uso del grembiule è rimasto intatto in tutte le scuole pubbliche. Molti di noi ci sono passati: quelli con qualche anno in più hanno indossato il grembiule sino alle scuole medie o di avviamento professionale; qualcuno ricorda ancora l'uso del grembiule anche nelle scuole superiori. Anche le maestre dovevano indossare i grembiuli!

 

 

Da allora in poi si sono contrapposte le due teorie: grembiule sì, grembiule no.

I NO.

Il grembiule è una uniforme che tende a massificare i bambini, annullando il loro spirito espressivo e creativo. E' un retaggio del regime dittatoriale del passato e perciò inculca atteggiamenti remissivi nei confronti di chi comanda (i maestri) e in seguito di chi detiene il potere. Alcuni sostengono che il grembiule impedisce ai gruppi etnici di recente immigrazione di poter vestire secondo le proprie tradizioni. Si sostiene anche che l'uso del grembiule non permetta ai bambini di sviluppare un proprio senso estetico del look, e quando crescono si sentono insicuri nel vestire e spesso hanno crisi depressive e di identità.

Inoltre è giusto che ogni bambino possa esprimere il proprio gusto nel vestire indossando quello che normalmente usa fuori della scuola.

 

I SI'

Il grembiule è comodo. Elimina nei genitori l'impellenza di dover "agghindare" ogni mattina i propri figli (soprattutto le bambine, dalla classe terza in su). Protegge i vestiti dalle macchie proprie delle attività scolastiche (pennarelli, inchiostri, tempere,..); sono facili da lavare  e da stirare. Danno alla scolaresca un senso di ordine e di appartenenza ed identificazione nel gruppo: ci si sente più stimolati a "fare" le stesse cose, a collaborare e ad aiutarsi  a vicenda.

Elimina le differenze di "classe" nel vestirsi: questa suona un pò anacronistica, ma se la poniamo in quest'altro modo forse ha più senso. Ci sono famiglie che possono permettersi per i propri figli vestiti costosi e non hanno difficoltà se gli stessi si rovinano a scuola. Ci sono famiglie che hanno difficoltà economiche ma che farebbero qualsiasi cosa affinchè i loro figli possano "apparire" così come gli altri, ma se il vestito bello si sgualcisce è un problema. Il bambino lo sa e cerca "forzatamente" di non rovinarlo: ma lui si rovina la spontaneità con i compagni.

Il grembiule costa poco e tutti se lo possono permettere.

 

I BAMBINI

Man mano che crescono i bambini cercano di non mettere il grembiule e spesso se ne inventano delle belle!

Ma se indossare il grembiule è una regola da rispettare, allora è anche educativo, poichè si ha la consapevolezza che l'appartenenza ad un gruppo comporta anche il rispetto delle regole (Da grandi le chiamiamo "Leggi").

 

I MAESTRI

I maestri sono convinti che spesso l'abito "aiuta a fare il monaco": la libertà di pensiero è cosa ben diversa dalla libertà di vestire.

Il grembiule massifica solo:

se non si insegna a bambini a riflettere sugli eventi;

se ci si dimentica di insegnare come scoprire il perchè delle cose;

se non li rendiamo liberi nel pensiero critico.

I maestri, però, queste cose le insegnano perchè credono che la scuola, soprattutto pubblica, è democratica, tollerante e contro ogni forma di massificazione e di razzismo.