L’impenetrabilità dei corpi

 

Il primo argomento di scienze che il nostro libro di testo presenta, riguarda la materia. E’ un argomento basilare e propedeutico a tanti altri argomenti scientifici che tratteremo nel corso dell’anno. Per stimolare la curiosità degli alunni su un argomento che rischia di sembrare troppo specifico e astratto, ho presentato un esperimento molto semplice ma dalle implicanze sorprendenti.

Un’alunna ha portato a scuola una bottiglia di plastica vuota e un imbuto; ho messo l’imbuto dentro la bottiglia e ho sigillato il collo con della plastilina e poi ho chiesto si riempirà la bottiglia?

Dopo le varie ipotesi degli alunni alcune delle quali facevano riferimento al corpo aria e al corpo acqua, abbiamo proceduto alla verifica.

Abbiamo versato l’acqua nell’imbuto, all’inizio scendeva normalmente ma poi si è ridotta ad un filo e infine si è bloccata del tutto. Perché l’acqua non scende più? La bottiglia non è vuota ma è piena di aria, se l'aria non può uscire dalla bottiglia, il liquido non può entrare. Abbiamo dimostrato che dove c'è un corpo non ci può essere un altro. Una ulteriore dimostrazione è stata quella che l’aria si può comprimere, infatti finchè le molecole si comprimono, l’acqua può entrare e lo fa gorgogliando e formando bolle a causa della forza dell’aria che preme sulle pareti della bottiglia e cerca di uscire mentre l’aria entra.

Quando l’acqua ha smesso di scendere, è stato posto un ulteriore interrogativo.

Posso fare un “buco nell’acqua”? E che succede se lo faccio? Anche in questo caso le deboli ipotesi dei bambini di fronte alla domanda scherzosa è stata sintomatica, erano increduli, non sapevano cosa sarebbe successo.

Ho preso un lungo bastoncino di legno, quello che si usa per gli spiedini e ho letteralmente bucato la massa di acqua che era nell’imbuto, fin dentro la bottiglia; c’è stato un gorgoglio e l’acqua ha ripreso a scendere a filo nella bottiglia.

L’aria ha trovato un canale, uno spazio per uscire permettendo all’aria di entrare. Gli alunni erano sempre più increduli. Poi ho piegato la bottiglia e solo tenendo il livello dell’acqua in orizzontale ho potuto farla uscire dalla bottiglia attraverso l’imbuto e versarla in un bicchiere, mentre l’aria ovviamente usciva dalla parte libera. Ho eseguito l’operazione inversa rispetto all’esperimento iniziale.

Ma la curiosità dei bambini mi ha spinto oltre, di fronte alla loro attenzione volevo che l’esperimento fosse completo e magico.

Sono uscita un attimo dalla scuola (senza gli alunni) e vicino al piazzale di ingresso ho chiamato un signore che stava fumando, l’ho pregato di soffiare il fumo in una cannuccia posizionata dentro l’imbuto, dopo alcune boccate di fumo, si vedeva nitidamente la zona occupata dall’acqua e la zona occupata dall’aria fumosa che non usciva dall’imbuto perché il collo della bottiglia era ancora sigillato. Sono entrata in classe e ho mostrato il tutto agli alunni, poi li ho portati in una zona della scuola che è vuota e non frequentata da alunni, e ho detto: "Rifacciamo il "buco nell’acqua”?

Con il bastoncino ho bucato l’acqua che riempiva l’imbuto e….. abbiamo visto uscire dalla bottiglia il fumo con tutto il suo aroma. L’esperimento era perfettamente riuscito.

La dimostrazione della impenetrabilità dei corpi è stata compresa dagli alunni in modo giocoso e “quasi magico”.

Abbiamo poi fatto il classico esperimento della compressione dell'aria nella siringa. A quel punto per i bambini è stato molto facile intuire l'ipotesi corretta di quello che sarebbe accaduto con l'esperimento: ciò ha ulteriormente dimostrato che era stato ben compresa l'attività sperimentale.