L’insuccesso è un’esperienza
umana molto comune, nessuno di noi arriva all’età adulta senza aver
sperimentato il fallimento e senza essersi confrontato con il proprio
modo di reagire alla sconfitta. A tutti capita di sbagliare o non
raggiungere un obiettivo prefissato. La reazione personale a queste
situazioni risulta fondamentale per la realizzazione nella vita. La
nostra felicità, il nostro benessere, individuale e collettivo, dipende
anche da questo. Il fallimento ferisce, delude sempre, ma rappresenta
anche un’esperienza formativa, educativa ed indispensabile alla crescita
se si comprende cosa è necessario fare di diverso per il proprio futuro.
Per questo è importante capire quali reazioni e conseguenze ha su di sé
l’insuccesso, quali sono le ferite psichiche che provoca e quali sfide
emotive si devono affrontare per risanare la propria identità
psicologica. Quando viviamo l’insuccesso la nostra salute psicologica si
trova davanti ad un pericolo e alla necessità di prendersi cura di se
stessi.
Gli insuccessi infliggono ferite psicologiche che agiscono su
determinati aspetti del sé:
- danneggiano l’autostima inducendo a trarre conclusioni profondamente
scorrette e distorte circa le proprie abilità e competenze. Molte
persone reagiscono denigrando se stesse e dando importanza a pensieri
avvilenti ed improduttivi. Le valutazioni negative non hanno nessun
valore salvifico, oltre ad arrecare all’autostima più danno che
l’insuccesso iniziale da cui hanno preso il via;
- indeboliscono la fiducia in se stessi, la motivazione e la speranza
facendo sentire la persona impotente, in trappola. L’insuccesso può
convincere che non si hanno più chance per realizzare i propri propositi
e così si innesca una forte demotivazione;
- innescano tensioni e paure inconsce che portano a sabotare
involontariamente i tentativi futuri. L’insuccesso non è associato solo
a delusione e frustrazione ma anche a sentimenti più nocivi come
l’imbarazzo e la vergogna. La prospettiva di fallire può intimorire così
tanto da far ridurre inconsciamente la volontà di raggiungere nuovi
traguardi, fino a mettere in atto atteggiamenti e comportamenti di
auto-sabotaggio. Molte persone, così, cercano inconsciamente di
procurarsi uno svantaggio, esagerando o creando senza saperlo ostacoli
che precludono la propria realizzazione.
Il modo più efficace per gestire le ferite psicologiche inflitte
dall'insuccesso consiste nel riconoscere le lezioni positive presenti in
ogni esperienza di vita. L’insuccesso dice sempre qualcosa a proposito
di ciò che dobbiamo cambiare di noi. E' un severo maestro che ci obbliga
a rivalutare noi stessi in modo da dover trovare nuova forza, una nuova
sfida, un nuovo equilibrio per poter risorgere e rinnovarci ancora.
"Essere vivi, in fondo, significa saper accettare le sfide,
mettersi continuamente in discussione senza avere alcuna paura del
cambiamento" - Aldo Carotenuto
Il "successo" inoltre non è sempre necessario. Infatti, in molte
situazioni, progredire continuamente verso la meta fa sentire la persona
felice e realizzata più dell’effettivo raggiungimento, creando un
inebriante miscuglio di gioia e soddisfazione che ha un impatto positivo
sull’umore, sulla motivazione e sul benessere psicologico.
Parlare di prospettive significa cambiare visuale d'insieme, cogliere
l'occasione per confrontarsi con se stessi e gli altri. Il confronto è
sempre costruttivo dal momento che possiamo osservare, attraverso il
punto di vista e l'esperienza altrui, uno stesso problema che ci
affligge con occhi nuovi. Questo concetto sta alla base della reale
ricchezza che ognuno di noi impersona con la propria unicità e che può
donare alla propria comunità e alla società in generale.
Cambiare prospettiva ed osservare gli aspetti della situazione che
riguardano il proprio campo d'azione, le proprie responsabilità, ha
effetti benefici sulla speranza, sulla motivazione e sull’autostima.
Questo è il campo sul quale possiamo interagire nella vita. Occorre
concentrarsi sugli eventi che possiamo determinare con le nostre azioni,
non sulla inutile speranza di controllare gli avvenimenti passati o
futuri.
Più si nega la propria
responsabilità nel fallimento, più si tende a pensare che un determinato
tipo di situazione sia fuori dal proprio campo di possibilità.
Riconoscere che con l'insuccesso nascono determinate emozioni (ansia,
paura, vergogna, ecc...) significa prendersi cura di loro, incominciare
ad affrontarle. In questo modo si impedisce a queste emozioni di
condizionare inconsciamente e in modo distruttivo la vita.
Non sempre si è in grado di gestire le emozioni da soli.
In questi casi è
consigliabile rivolgersi ad uno Psicologo Psicoterapeuta per essere
aiutati ad esplorare gli aspetti inconsci o invisibili alle nostre
personali prospettive.
|