Facciamo la farina

 

 

 

L’escursione presso l’azienda cooperativa “ Petilia” di Altamura, fatta per avere una conoscenza diretta del ciclo produttivo del grano, è stata una esperienza che avendo entusiasmato gli alunni andava approfondita: purtroppo l’argomento è stato abbandonato poiché fervevano i preparativi per la imminente rappresentazione natalizia e le prove della coreografia si sono intensificate.

Al rientro dalle vacanze l’argomento è stato subito ripreso anche perché il signor Cornacchia, alla fine del percorso didattico, ci ha

regalato dei sacchetti con dei semi che noi abbiamo subito provveduto a selezionare distinguendo in un primo momento i cereali dai legumi, per poi imparare a riconoscerli dal punto di vista botanico classificandoli in monocotiledoni e dicotiledoni.

In seguito i semi sono stati distribuiti in alcuni bicchieri di plastica e affidati a ciascun bambino: ogni alunno ha etichettato il bicchiere ricevuto con il nome comune del seme ricevuto.

Ad ogni bambino sono stati affidati due bicchieri contenenti ciascuno un legume e un cereale per portarli a casa e prendersene cura e verificare e controllare il processo di germinazione, che quando avverrà, darà origine a ulteriori osservazioni e approfondimenti di tipo scientifico in classe.Per questo motivo è stata dato loro una tabella sulla quale annotare sistematicamente le osservazioni periodiche dell’accrescimento.

 

 

Alcuni bambini tuttavia avevano già cominciato a casa a sperimentare il fenomeno della germinazione con i semi raccolti nei magazzini dell’azienda e che avevano gelosamente conservato in tasca come oggetti preziosi. Intanto per stimolare negli alunni la curiosità, la capacità di sperimentare i concetti appresi, la voglia di scoprire e cogliere i collegamenti con le discipline ho portato a scuola un mortaio e un pestello e due pietre rotondeggianti di diversa grandezza.

Ho spiegato agli alunni che avremmo provato a ottenere la farina dai semi esattamente come cominciarono a fare gli uomini primitivi nel Neolitico schiacciando i semi con delle pietre levigate e tonde, e poi simulare l’esperienza dell’evolversi dei mezzi usati per la “molitura” quando con il passare del tempo, cominciarono a mettere il grano in conche di pietra circolari e molto capienti in cui le donne in genere, schiacciavano i semi con lunghi e robusti pestelli.

La simulazione dell’attività li ha molto entusiasmati, pestavano con vigore ed increduli osservavano la parte bianca e farinosa emergere dal tegumento.

Con un setaccio poi abbiamo separato la farina dallo scarto, la crusca. In questo modo ho avuto la possibilità di dimostrare e far riflettere gli alunni sulla quantità di lavoro che occorreva nell’antichità per ottenere una quantità di farina sufficiente a preparare delle focaccine, ho potuto mostrare loro come sia necessario separare la farina dal tegumento ottenendo uno scarto che si chiama crusca di cui non avevano mai sentito parlare né tanto meno visto e introdurre il discorso sugli usi alimentari che se ne fa come pastone per gli animali oppure attraverso una seconda setacciatura come integratore alimentare nella preparazione di cibi integrali.

Infine questa sperimentazione ha dato la possibilità di far cogliere la differenza tra la farina di grano tenero e la farina ottenuta dal grano duro perché soltanto osservando la consistenza dei chicchi e la farina ottenuta si può cogliere la consistenza granulosa della semola e l’impalpabilità e leggerezza soffice della farina bianca.

E’ stato poi naturale parlare del pane che consumiamo oggi e del pane che si vende nei panifici : pane di grano tenero, pane di grano duro, pane integrale e biscotti con la crusca ecc….

Altre curiosità sono emerse dalla discussione con gli alunni: l’evoluzione dei sistemi di molitura nel tempo, dalle pietre levigate fino all’uso delle macine di pietra, dei mulini a vento,dei mulini ad acqua, per arrivare fino ai giorni nostri con la molitura industriale con enormi cilindri di acciaio.