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Per chi avesse l’opportunità di visitare Expo consiglio di vederla non come una fiera del cibo, ma come conoscenza, come un modo per avvicinarsi agli altri popoli e apprezzarne le diversità rappresentati da stili, gusti, colori, profumi e abitudini legate al territorio di appartenenza. Sarebbe anche importante osservare gli sforzi delle comunità convenute ad Expo per affrontare anche le tematiche ambientali, sociali, politiche ed economiche globali della Terra. Desidero condividere con voi una riflessione offerta da una collega, Loretta Sebastiani, che come noi ha partecipato ad Expo 2015 con una propria narrazione. |
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“Qual è il tema di Expo 2015?
La risposta è semplice. Chiunque sa che l'esposizione universale di
quest'anno ruota intorno al cibo.
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Il mio contributo è la riflessione di una persona che all'alimentazione
ha legato buona parte della sua vita. |
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Non ha una dieta salutare, bilanciata e sostenibile. Manca di
microelementi essenziali (vitamine e minerali). Questo può riguardare un bambino in crescita, una donna in gravidanza, un anziano, un adulto ... in ogni paese del mondo. Per scelta propria o problemi economici. La malnutrizione ormai non ha confini. Ci sono famiglie che non mettono in tavola frutta e verdura fresca, legumi, carne, pesce e latte. Cibi industriali ricchi di grassi, zuccheri e sale sono oggi accessibili a tutte le tasche e particolarmente invitanti nel sapore. Molti ormai li preferiscono. E così il peso aumenta e anche la possibilità di ammalarsi e morire (tumori, diabete, malattie cardiovascolari). Al giorno d'oggi si muore per la fame o per eccesso di cibo e le cifre sono quasi equivalenti. Incredibile, vero? |
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Expo 2015 nasce per diminuire il numero degli affamati e di chi si nutre
male. Tutti noi possiamo fare qualche cosa per la fame nel mondo visto che si spreca la terza parte del cibo prodotto nella filiera alimentare e noi consumatori siamo responsabili di una buona parte di questa percentuale. Ma la lotta agli sprechi non basta. Expo si propone di divulgare nuove tecnologie e di far conoscere i progressi scientifici nell'agricoltura, nelle industrie e nei laboratori per migliorare la qualità e quantità del nostro cibo. E la sua sicurezza. Ma anche le nuove tecnologie in cucina e i principi di una dieta sana. Ecco che Davide Oldani, che ha intuito molto bene gli obiettivi, ha rivisitato il risotto alla milanese. |
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Ne ha fatto un piatto che rispecchia pienamente la dieta giornaliera bilanciata. Non si chiama più risotto ma zafferano e riso.
Loretta Sebastiani
Io accludo anche una poesia che ho trovato sul web:
Sono così educati i bambini che muoiono di fame
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