Il maestro distratto

 

Mentre ero in coda alla cassa del supermercato mi è capitato -qualche tempo fa- di ascoltare una mamma che si lamentava del fatto che il maestro del proprio figlio, non ponesse la debita attenzione alle esigenze del bambino.

Usava proprio la parola "distratto".

"Il maestro è distratto e non ascolta quello che mio figlio gli dice".

Poichè anch'io sono maestro, mi sono subito sentito in colpa di questa mancanza di attenzione e sensibilità, quasi che la mamma stesse indicando proprio me!

Ora, poichè nelle scuole primarie di Santeramo i "maestri" di sesso maschile sono una molto esigua minoranza, vi starete chiedendo di chi si tratti. Non lo fate, poichè ho usato la parola maestro nell'accezione più ampia, cioè riferita a tutto il corpo docente, maestre incluse.

Sono sempre stato convinto che se un bambino ha un problema tutti gli operatori scolastici debbano farsene carico, per cui ho avvicinato la mamma per capire meglio le motivazioni del suo sfogo.

A suo dire sembra che il bambino sia angustiato dai compagni che lo prendono spesso in giro perchè non riesce ad esprimersi con correttezza.

Si deve dedurre che il non parlare correttamente rappresenti una diversità.

Poichè oggi esprimersi correttamente in Italiano è un vanto che pochi possono esibire, non si capisce perchè il bambino si senta discriminato dai compagni.

A meno che la lingua non sia un paravento per coprire altri atteggiamenti discriminatori legati a rapporti relazionali errati sui quali né la famiglia né la scuola sono mai intervenuti.

E se è così, allora il problema non è cosa da poco perchè un atteggiamento simile non può sfuggire all'attenzione di un educatore; perchè l'intervento del maestro deve essere immediato e fermo, per non lasciar nessun dubbio sui comportamenti corretti da tenere.

Quando si presentano questi casi all'interno del gruppo-classe non si bada più al lavoro disciplinare in corso: tutta l'attenzione va dedicata al far capire dove è stato commesso un "errore" e come poter ovviare ad esso.

Probabilmente i vostri bambini vi hanno raccontato quante volte i maestri interrompono una attività per fare una "predica". Ecco quelli sono i casi in cui si interviene in modo netto.

Noi riteniamo che la scuola - soprattutto quella pubblica - abbia il compito di istruire, di formare, di far sviluppare le capacità che ogni bambino ha in sé; ma sopratutto ha il compito di "Educare", di formare cioè una capacità di discriminazione critica nella valutazione dei comportamenti propri ed altrui.

Forse siamo maestri un po' "all'antica", tuttavia riteniamo che se ai bambini non insegnamo dei valori fondamentali non possiamo poi lamentarci che le future generazioni non avranno ideali e non saranno "buoni Cittadini".

Ci conforta il pensiero che non siamo soli in questo lavoro, poichè la maggioranza dei maestri lavorano in questo modo.

C'è anche qualche eccezione. Talvolta il maestro è troppo preso dai programmi e dai progetti e non si accorge di quello che sta succedendo tra i bambini. I bambini vanno sempre ascoltati, anche quando raccontano cose inutili o esagerano i fatti per far ricadere colpe su altri bambini. Il maestro deve porre attenzione, sempre.

Quando questo non avviene allora la mamma ha proprio ragione  a dire: "Il maestro è distratto".

Molto, aggiungiamo noi.