“L’obiettivo dei bravi maestri è formare individui capaci di fare a meno del loro aiuto, di camminare da soli"
La mente dei Maestri
ovvero: cosa fa di un maestro un Buon Maestro
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Potrebbe esservi capitato, talvolta, di aver notato delle persone che si soffermano ad osservare dei particolari che a voi sfuggono o che a voi non dicono nulla. Vi sarete chiesti che cosa ci fosse di così importante da osservare. A volte può esservi capitato di vedere persone adulte comportarsi come bambini e raccogliere conchiglie, rametti o foglie e riporli accuratamente in fazzolettini, bustine o scatoline di fortuna. Quasi sicuramente quelle persone erano maestre e maestri. Bravi Maestre e Maestri. |
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Eh sì, perché loro sono proprio capaci di tutto. Già dal mattino, appena si svegliano cominciano a pensare a quello che faranno a scuola: come rendere più attrattiva la lezione, come recuperare un bambino in difficoltà, come evitare che qualcuno si annoi. O anche come fare a mantenere la disciplina tra gli esuberanti ed irrequieti, o come far uscire dal guscio i bambini più timidi e silenziosi. Le loro borse e tasche son sempre piene delle cose più svariate, che han raccolto in giro, "perchè mi serviranno a scuola". Non c'è strana conchiglia che sfugga, o un pezzo di corteccia un po' particolare; uno straccetto di muschio rinsecchito o un lichene arboreo si "devono" raccogliere per la lezione di scienze. E quella pietra bucherellata non sarà un utile reperto per la lezione di geografia? E poi ci sono i nidi che il vento autunnale ha fatto cadere dall'albero: che bello portarlo a far vedere agli alunni! E le ghiande da piantare? Raccogliamole e conserviamole: vedrai che serviranno! Se vanno ad un festa i maestri osservano i decori, le animazioni, memorizzano le musiche, perche poi possano essere riutilizzate nelle attività scolastiche. E se trovano un bell'origami? Subito si mettono in cerca di colui che l'ha realizzato. E' assolutamente necessario che gli venga insegnato, per farlo fare ai suoi bambini. E se (come spesso succede) il realizzatore non c'è, con mossa furtiva ne fa sparire un esemplare in tasca o in borsetta. E non parliamo poi di insetti, ragni, lucertoline, gechi e altri animaletti che si devono far osservare dal vivo, poichè una osservazione diretta è sempre più coinvolgente di 10 spiegazioni. |
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E la casa dei maestri com'è? Apparentemente come tutte le altre: ma se avete modo di osservarla un po' meglio, noterete che c'è qualcosa che le distingue. Libri e riviste sono nelle aspettative: ma tutti qui fogli sparsi cosa sono? Semplicemente appunti di schede di lavoro, annotazioni prese qua e là per migliorare la qualità dell'insegnamento, stampe di articoli tratti da internet, ritagli di giornali (magari strappati nelle sale d'attesa di un dentista o dal parrucchiere!), frammiste a carte da regalo o involucri di uova di pasqua (per il decoupage ed i lavoretti). E la memoria del computer? Stracolma di tanti materiali che riguardano il proprio lavoro. E se i maestri vanno su Facebook cercano altri maestri come loro, pronti a scambiarsi pareri e informazioni per rendere più affascinante il loro lavoro con i bambini. |
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Ecco: chi fa tutto questo è una bravo
Maestra. Una Maestra che pensa in continuazione ai propri allievi non
può che essere disponibile ed affettuosa; non può permettere che ci
siano alunni che "restino indietro", non risparmia mai le proprie
energie. Ma non crede nemmeno che la sua sia una "missione": semplicemente conosce bene la specificità del suo lavoro e lo fa con passione e professionalità. Infine, una brava Maestra non può e non deve mai sostituirsi ai genitori. Ai bambini spesso capita di chiamare i maestri "mamma" o "papà": ma non lo sono, non possono esserlo e non vogliono esserlo. E non sono nemmeno gli "amici" dei bambini. Sembra che lo siano, ma non lo sono nè possono esserlo (né devono esserlo!). I maestri, i bravi Maestri, sono coloro che prendono per mano i bambini (come dovrebbero fare i genitori) e giocando con loro (come dovrebbero fare gli amici), rispettando la loro personalità e i loro ritmi, li guidano ad essere individui indipendenti e responsabili. Questo è ciò che c'è nella mente dei maestri. Dei bravi Maestri. |
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Per un quadro insolitamente divertente delle maestre: Susanna Mattiangeli e Chiara Carrer, "Come funziona la maestra", (ed. Castoro) di Micol De Pas
«Ci sono maestre lunghe o maestre corte. Maestre larghe oppure sottili. Una maestra piccola non è mezza maestra, così come una molto grande non vale doppio». Possono avere colori diversi, possono essere chiare, scure, ricce, lisce, a pallini, a scacchi... su quelle a righe si scrive e su quelle a quadretti si fanno le operazioni". Così le descrivono Susanna Mattiangeli e Chiara Carrer in Come funziona la maestra, un manuale per bambini, appena uscito per Il Castoro. La maestra («che a volte è un maschio») è un essere a sé, diverso da tutti gli altri, perché «Dentro la maestra ci sono i numeri, le tabelline, i fiumi, i monti, l’orologio, i cinque sensi, l’uomo primitivo e tante altre cose che a poco a poco finiscono anche dentro ai bambini». Ma come tutti gli altri, si veste, è alta o bassa, ha i capelli in un certo modo e un carattere particolare. «Alcune sono sempre contente, altre sempre arrabbiate. Quando la maestra è arrabbiata si ferma tutto. Non si aggiunge più, non si riesce a dividere niente, i fiumi non scorrono e l’uomo primitivo resta bloccato con la lancia alzata. Solo se torna la calma, allora tutto ricomincia a funzionare». Poi, un giorno, la maestra diventa quella di qualcun altro. Allora si potrà incontrarla per caso, al cinema, al supermercato e per la strada e sembrerà un grande come tutti gli altri. «Però quando se ne incontra una, si capisce. Si sa che quella era la maestra. Solo, è diventata un po’ più piccola. E insieme alla maestra, anche la classe, se ci si ritorna dopo qualche tempo, si è trasformata, è sempre la stessa classe, ma si è rimpicciolita». Ma il gioco non finisce mai, perché «quando bisogna ritrovare una poesia, un lago o una vecchia storia sentita in classe, basta cercare bene e alla fine usciranno fuori tutti insieme, come li aveva messi la maestra, i più piccoli seduti davanti e i più alti dietro in piedi».
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