nespole
della Murgia |
Nel giardino delle piante
dimenti-cate trovano dimora solo le piante autoctone
(originarie) del nostro territorio. Ci sono piante da frutto
come il nespolo, il noce, il carrubo, il corbezzolo, il sorbo,
il fico, il castagno il ciliegio il giuggiolo, l’azzeruolo, il
magaleppo (da noi si chiama la nera e serve da innesto al
ciliegio), l’uva spina, il susino, il carrubo, il caprifico, il
nocciolo ec.. .
Sono state piantate anche alcune
querce come il leccio e la roverella.
Infine vi sono piante tipiche del
territorio murgiano e del sottobosco come ad esempio il verbasco
l’alloro la rucola, la menta, la boraggine, la camomilla, il
timo, la salvia selvatica, il rosmarino, l’euforbia ecc.. |
Queste piante nel corso degli anni sono state oggetto di
osservazione, studio e catalogazione da parte degli alunni i
quali hanno costruito delle schede di classificazione per
conoscerne le caratteristiche morfologiche, oppure per creare un
erbario, o come studio antropologico sugli usi che di queste
piante se ne faceva nel passato. Queste piante sono state
studiate quindi in contesti didattici di tipo interdisciplinare
ed hanno trovato uno spazio privilegiato nello studio del
territorio di appartenenza e nella riappropriazione delle
tradizioni e della cultura del passato. |
azzeruolo |
carrubo |
Il
giardino delle piante dimenticate, oltre a costituire la memoria
storica di piante ormai in disuso, ha avuto soprattutto lo
scopo didattico di condurre gli alunni a familiarizzare con la
realtà del nostro territorio imparando a rispettarlo e ad amarlo
ed a prendersene cura. Questo
spazio racchiude una piccola parte della meravigliosa realtà
botanica murgiana, conservata in uno spazio accessibile a piedi
anche dai piccoli alunni e dalle loro famiglie, e può servire
da stimolo a far comprendere concetti molto difficili e
piuttosto astratti come “biodiversità” e “sviluppo
sostenibile” e far comprendere come la meravigliosa
diversità della vita sia una ricchezza da tutelare anziché
qualcosa di cui sbarazzarsi perché non più utile e produttiva.
Un’occasione per far comprendere a tutti che queste iniziative
sono riproducibili in qualsiasi luogo, basta “rimboccarsi” le
maniche e “sporcarsi le mani”.
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