Rapporto Ocse-Pisa

 

 

 

Ogni anno l’Ocse (dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) fa un grande sforzo di raccolta e validazione dei dati sulla struttura, le finanze e i risultati dei sistemi scolastici e universitari dei suoi paesi membri in Europa e nel mondo (più un’altra manciata di nazioni che all'Ocse non appartengono). E ogni anno a settembre pubblica un corposo rapporto di quasi 500 pagine, che “fotografa” lo stato dell’istruzione in gran parte del pianeta, effettua comparazioni fra i diversi sistemi nazionali e fornisce schede di approfondimento sulla situazione dell'istruzione in ciascun Paese.
Così è stato anche quest' anno con l'uscita di "Education at a Glance 2014" e della relativa "Nota sull'Italia", che contengono molte informazioni importanti sulle principali tendenze della scuola e dell'università in Italia.
Da una prima analisi dei dati emerge che la qualità della scuola italiana e degli apprendimenti degli studenti in questi anni è migliorata sensibilmente, malgrado gli importanti tagli (in effetti, l'Italia è l'unico paese che ha diminuito la spesa pubblica in istruzione ed è all'ultimo posto per percentuale di spesa in istruzione sula spesa pubblica complessiva).

Soprattutto è notevolmente migliorata nell'ultimo decennio la qualità della scuola di base - soprattutto della scuola primaria- e questo nonostante i tagli della spesa.
L'Italia è uno dei tre paesi dell'Ocse - con la Polonia e il Portogallo - ad aver ridotto tra il 2003 e il 2012 la quota di quindicenni in grave difficoltà in matematica (passata da un giovane su tre a un giovane su quattro), e al contempo aumentato la quota di quindicenni nella fascia alta di competenze. Un miglioramento che non ha richiesto risorse aggiuntive, ma si è affidata soprattutto all'impegno degli insegnanti.

Sintesi da fonti varie della Rete