L'Origano
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In questo periodo molti hanno già raccolto l’origano, lo hanno messo ad essiccare e conservato in barattoli di vetro per essere conservato e utilizzato nelle molte preparazioni tipiche del nostro territorio: giusto per citarne alcune ricordiamo la famosa bruschetta, la cialla fredda; si polverizza sulle friselle, sulla pizza, e nella carne alla pizzaiola. Il suo profumo è inconfondibile e viene usato anche per molte altre preparazioni di carne e pesce arrosto. Il nome popolare del dialetto santermano è la "Colme". Ma vediamo dal punto di vista scientifico come è fatto l’origano. L’ Origanum vulgare (nome scientifico) appartiene alla famiglia delle Labiate, è una pianta erbacea perenne con rizoma lignificato. I fusti possono arrivare ad una altezza di 50/60 cm. Le foglioline sono opposte, ovali formi , rugose e di colore verde-grigio. |
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I fiori di colore bianco-rosa o bianco-violetto sono raccolti in pannocchie terminali. E’ una pianta comune delle zone mediterranee; predilige i luoghi assolati di colline e boschi e i muretti a secco della Murgia.E’ coltivatao anche negli orti. In piena estate si raccolgono i rametti contenenti le sommità della pianta e si formano dei mazzetti che si fanno essiccare avvolti in un giornale per evitare che la luce eccessiva possa “bruciare il colore” in realtà il colore non è altro che il pigmento verde della clorofilla che è molto sensibile alla luce solare( anche i fiori quando vengono essiccati si avvolgono in un giornale per far conservare il colore e si appendono per il gambo mentre la corolla è tenuta a testa in giù) . Una volta secche, le sommità si polverizzano tra le mani e si conservano in vasetti di vetro.
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Coltivato a scopo commerciale in molte parti del mondo, viene ancora raccolto allo stato selvatico nella regione mediterranea, in particolare nell'Italia meridionale. Il poeta Virgilio scrisse che, quando Venere, dea dell'amore, portò con sé Ascanio, lo fece adagiare su un letto di origano. Una pianta che si riteneva scelta da una dea era, ovviamente, considerata dagli antichi simbolo di felicità e le nuove coppie di sposi venivano quindi incoronate con serti di Origanum vulgare. Il nome generico Origanum deriva dal greco e significa "gioia di montagna": un nome che ben esprime la bellezza di questi fiori, quando crescono su pendici collinari e montane. Le foglie essiccate e ridotte in polvere erano consigliate, nel passato, come cura per parecchi malanni. La pianta era popolare anche perché se ne ottenevano polveri profumate a uso deodorante, nonché un succo che, strofinato sui mobili, trasmetteva al legno la sua fragranza. E' pianta eretta, con foglie opposte. Piccoli fusti non fioriferi crescono spesso attorno alla base. Altezza: 30-60 cm. Fiorisce da luglio a settembre. I fiori, in "glomeruli" appressati, di colore bianco, sono parzialmente nascosti da brattee fogliacee di colore verde-porpora. Il labbro superiore del fiore ha due lobi, il labbro inferiore ne ha tre. Cresce in terreni asciutti, generalmente calcarei o ghiaiosi ma ricchi, in piena insolazione reperibile lungo le siepi, nelle radure boschive sino a 2000 m. d'altitudine. Nel nostro territorio si adopera il fiore essiccato, sfregandolo nei palmi delle mani e, così ridotto, se ne fa grande uso alimentare come insaporente. Mi permetto suggerirVi due piatti "tipici" di Forenza. Un semplice contorno: pomodorini/ciliegina a tocchetti conditi con olio e sale, aglio tritato e origano spolverato (chi gradisce può anche mettere qualche semino di peperoncino piccante). Agnello "arraganato" al forno con patate: Nella teglia da forno fate uno strato di olio extra-vergine, adagiate i pezzi di carne e le patate tagliate a spicchi (né grosse né fini). Cospargete con sale fino, un pochino di aglio tritato, una bella manciatina di origano e un filo d'olio sopra al tutto. Mettete in forno (fiamma moderata), smuovendo ogni tanto il contenuto della teglia, ma senza mai girare la carne, fino a cottura ultimata.
Consiglio anche di mettere un pizzico di
origano anche in tutti i buoni sughi al pomodoro o ragù che andrete a
cucinare: sapore unico!
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