Insegnare è ... ...passione per l'ignoranza
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Daniel Pennac è lo pseudonimo di Daniel Pennacchioni, da bambino è stato un pessimo allievo ma grazie al suo amore per la lettura e la scrittura si laurea in lettere all’Università di Nizza, e a partire dal 1970 inizia la sua attività di insegnante che lo appassiona. Nel marzo 2013 in occasione del conferimento della laurea ad honorem in pedagogia presso l’Università di Bologna; Pennac presenta ai convenuti una lezione dottorale dal titolo molto stimolante: "Una lezione di ignoranza". |
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Ecco alcuni stralci significativi.
-“Sono convinto” afferma Pennac, “che
il disastro scolastico dipenda dalla paura dell’insuccesso, dalla
vergogna del fallimento, dal timore per il futuro e dalla solitudine
mentale. La scuola è un baluardo troppo fragile di fronte alla
pubblicità e la demagogia. La sua è una battaglia ad armi impari. Da
molte generazioni, il bombardamento pubblicitario educa i nostri allievi
ad essere dei clienti più che dei cittadini e degli spiriti liberi. Secondo me diventare insegnante vuol dire proprio questo: appassionarsi all’ignoranza, trovare in essa la radice della creatività, della conoscenza, a qualsiasi età. Mia figlia, quando mi vede maldestro al pc, sa che per insegnarmi a usarlo deve avere molta, moltissima passione pedagogica nei miei confronti” |
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Questi stralci mi hanno molto incuriosita e fatto sorridere, è un titolo ambiguo che si presta a diverse interpretazioni, ma credo che la spiegazione che ce ne dà lo stesso autore sia decisamente affascinante e rivoluzionaria perché avere “passione per l’ignoranza” significa fare di tutto per sconfiggerla, impegnarsi e attivarsi a trovare le strategie migliori per stimolare negli alunni la passione ad apprendere, magari avvalendosi anche dei ricordi negativi che da piccoli noi abbiamo avuto nei confronti dell’apprendimento e della scuola potrebbe aiutarci a modificare atteggiamenti. Nel linguaggio comune il termine ignoranza indica la mancanza di conoscenza e di qualche particolare sapere, non avere informazioni su un fatto o su un argomento. |
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È spesso pronunciato con tono di disprezzo,
indicando coloro i quali sono senza educazione o cultura specialmente
quando si riferisce a persona che alla mancanza di cultura accompagna
presunzione. Il vocabolario Treccani ci dà questa spiegazione:
" dal lat. Ignorantia – L ’ignorare
determinate cose, per non essersene mai occupato o per non averne avuto
notizia". |
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Questo stimola moltissimo la mia riflessione e dunque quale mezzo migliore per apprendere un concetto se non occupandosene sperimentando? La sperimentazione creativa di un concetto è interdisciplinare e dunque ben si adatta a tutte le materie; penso alla matematica e alla geometria per problemi e attraverso costruzioni algoritmiche, penso alle scienze sperimentali in laboratorio come luogo chiuso o all’aperto, penso alla scrittura creativa di storie o poesie inventate o da completare o da modificare oppure penso alla storia e geografia inquadrate come strategie per gli uomini per conoscere il territorio e il loro passato… |
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Sono cose che tutti gli insegnanti sanno e che moltissimi mettono già in pratica. Pennac ha avuto un disastroso percorso scolastico, era considerato un somaro, la scuola di cinquanta anni fa era molto diversa dalla scuola di oggi, l’insegnamento è cambiato, c’è molta più cura e attenzione verso l’alunno persona, verso le sue problematiche, verso le sue difficoltà di apprendimento, tuttavia la lezione di ignoranza è una bella lezione ancora oggi, insegnare perché si è appassionati di ignoranza è un invito ad appassionarsi di un apprendimento che deve mirare alla crescita della persona e sviluppare quelle capacità critiche e autonomia operativa che consentono di decodificare la molteplicità di linguaggi e abilità che oggi sono richieste a un cittadino del mondo, per questo, appassionarsi all’ignoranza credo sia una sfida per tutti coloro che si occupano di formazione. |
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