Perchè si va a scuola?

 

"...non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita"


(Giorgio Gaber - "Non insegnate ai bambini")

 

 http://www.youtube.com/watch?v=IVnPotcVkFQ

 

In questi giorni di vacanza mi è capitato spesso di sentire dei genitori esprimersi in merito al grande interrogativo di questi tempi “Perché andare a scuola se i nostri figli non troveranno un lavoro? Perché dopo tanti sacrifici chini sui libri a studiare, magari anche fuori sede, prendersi magari due lauree, specializzazioni, master ecc… noi genitori dovremmo assistere alla umiliazione che provano i nostri figli a raggiungere con fatica e stentatamente la realizzazione professionale e personale?"

 È triste e avvilente constatare come la società odierna non sia in grado di rispondere a questi giusti interrogativi, che presuppongono la salvaguardia della dignità della persona e la sua realizzazione come individuo all’interno di una Nazione.

 

Qualcuno disprezza i nostri giovani chiamandoli bamboccioni, perché fanno pesare loro di avere una vita resa comoda dalle famiglie, dove ricevono tutto e non si fanno carico di responsabilità e quindi protraggono a tempo indeterminato l’uscita dalla famiglia di origine, per crearsene una propria.

Ci si dimentica invece che siamo noi i veri responsabili, siamo noi che con le nostre scelte, abbiamo creato per loro un mondo invivibile, economicamente e politicamente.

Come insegnante non spetta a me fare la disamina di queste problematiche, non è il luogo adatto, ma rispondere alla domanda iniziale potrei provarci. Bisogna precisare che gli alunni imparano a scuola in modo formale solo il 30% , e che il rimanente 70% s’impara in modo non formale, fuori dalla scuola.

Ma se le cose più importanti si imparano fuori della scuola a che serve andarci?

In primo luogo a scuola si va per acquisire un modello di operatività, che è offerto dagli insegnanti, un modus operandi, uno stile educativo che viene interiorizzato dagli alunni e ripetuto poi in altri contesti sia lavorativi che sociali. Questo modo di essere si apprende, non è automatico, ed è legato al contesto comunitario del gruppo-classe di appartenenza.

Naturalmente per apprendere uno stile educativo occorre impegno personale e la voglia di crescere e formarsi, non basta solo la presenza fisica, la motivazione ad apprendere è fondamentale. Se gli alunni non sono interessati, l’insegnamento è inutile. L’interesse degli alunni scaturisce dalla possibilità di sperimentare i concetti, per stimolare la curiosità, la voglia di scoprire, di capire, di copiare modelli operativi e provare a fare da solo.

 

Tuttavia senza un impegno costante e l’orgoglio di fare bene le cose è difficile migliorarsi soprattutto se ciò che si sta facendo richiede fatica! ( ma lo studio è faticoso: chi ha detto che è facile?).

Come si fa allora a creare uno stile educativo efficace per un buon apprendimento?

Un grande peso ha l’organizzazione,le risorse strumentali e le condizioni ambientali, poi le competenze didattiche dell’insegnante che integra la sua preparazione con le sue capacità empatiche, di ascolto e la capacità di contestualizzare le esperienze vissute dai bambini per inserirle negli argomenti di studio affinchè possano cogliere il senso dello studio e impegnarsi ad apprendere in modo concreto duraturo e spendibile in futuro.

Un buon insegnamento richiede che l’insegnante conosca gli alunni, li segua individualmente o in gruppo e che il suo intervento didattico sia pianificato e organizzato in modo da risultare coinvolgente per gli alunni, per farli sentire partecipi, attori dell’attività scolastica e non spettatori annoiati e demotivati.

L’insegnante deve conoscere le strategie e gli strumenti per sviluppare gli argomenti della propria disciplina,in modo da aiutare gli alunni a superare qualsiasi ostacolo operativo aiutandoli prima a superare le difficoltà momentanee e poi spingendoli al lavoro autonomo, per accrescere l’autostima e la convinzione che sono capaci e che se si impegnano ce la possono fare. Naturalmente questo si ripete fino alla difficoltà successiva. Molto importante è curare il rispetto delle regole e abituare gli alunni ad un lavoro metodico e preciso senza che diventi noioso.

In breve l’insegnante sa con precisione cosa deve fare lui e cosa possono e devono fare gli alunni. L’insegnante offre quindi un esempio di coerenza. L’apprendimento non è mai stato lineare, oggi meno che mai. L’enorme quantità di conoscenze generate dall’uomo ha messo in evidenza la complessità stessa delle conoscenze. Di conseguenza anche lo studio deve essere sistemico per poter cogliere relazioni, collegamenti tra le varie discipline, richiede lo sviluppo delle capacità di osservare, riconoscere, classificare, immaginare, mettere in relazione, ecc.

Un insegnamento che guidi l’alunno a superare le difficoltà per gradi, a sviluppare un metodo di studio consapevole e formalizzato in modo da renderlo autonomo e capace di continuare ad apprendere in modo formale per tutta la vita, che gli permetta non solo di svolgere compiti noti e ripetitivi ma di affrontare le sfide delle novità e dell’innovazione. La scuola deve favorire lo sviluppo della cultura, dei valori morali, delle scienze e dell’evoluzione tecnologica perché la mancanza di cultura e conoscenza e la mancanza di valori socio-ambientali e spirituali, ci costringono a vivere in una società con fortissime disuguaglianze e ingiustizie.

Compito della scuola è quello di aiutare i giovani a imparare ad imparare e ad apprendere in modo critico, così da avere gli strumenti intellettuali per operare scelte consapevoli, affinchè diventato adulto, sia capace di trasferire nel lavoro le conoscenze acquisite e, soprattutto sia un individuo capace di contribuire a rendere la società civile più giusta.

Perchè andare a scuola? Per seguire un modello operativo, per imparare a essere sistematici, per comprendere la complessità delle relazioni che esistono tra le discipline e la realtà che ci circonda,per leggere in modo critico e creativo il contesto in cui si vive, per imparare ad essere un cittadino che svolge con metodo e passione ciò che fa e sappia rispettare gli altri e se stesso.