Una preghiera sulla punta delle dita

 

Dopo i primi giorni di scuola, cominciamo ad entrare nel ritmo delle discipline: per ciascuna di esse è necessario un ripasso, una riflessione su quanto si è appreso in seconda classe.

Gli alunni, prima di cominciare la giornata di lavoro recitano una preghiera mattutina: se ricordate la  “più gettonata” era quella dell’angelo custode  che gli alunni ricordano ancora e che recitano drammatizzandola.

Mi fa piacere che non l’abbiano dimenticata.

Ora però sono diventati più grandi, mi è sembrato opportuno che anche la preghiera acquisti un significato diverso; che non sia rivolta solo a sé stessi o a coloro che fanno parte della ristrettissima cerchia delle persone che amano e da cui sono amati. Sarebbe opportuno che i loro pensieri abbiano prospettive più ampie, che riflettano anche attraverso la recitazione di una semplice preghiera, sul significato di  chi suo malgrado non ha persone che lo amano, che ci sono persone che soffrono e hanno bisogno della nostra solidarietà e del nostro appoggio.

Intorno a noi ci sono persone che nessuno vuole e nessuno accetta perché diversi dal nostro modo di essere, o perché hanno nazionalità diverse, oppure perché non possono permettersi ciò che abbiamo noi e li disprezziamo facendoli involontariamente soffrire, o perché sono persone malate o disabili e  che spesso evitiamo come se fossero contagiose nel manifestarsi della malattia o della loro diversità. Sono concetti difficili per gli alunni ma potranno capirli un po’ per volta se noi li aiuteremo e se voi come genitori li aiutate. Intanto condivido con voi una preghiera del Dalai Lama e una preghiera di Don Andrea Gallo, religiosi che pur avendo un credo diverso, sostanzialmente dicono le stesse cose e ci ricordano che le azioni che ci fanno stare bene e ci riempiono di soddisfazione … vengono dal cuore. L’unica speranza che abbiamo di fronte alla perdita di valori è la condivisione , la corresponsabilità e la continuità e ce lo spiega meglio Don Ciotti “Contro la corruzione ci sono tre parole che non possiamo solo leggere con gli occhi, le dobbiamo fare nostre – dice don Ciotti – Sono: ‘continuità’, da parte di tutti, non possiamo essere cittadini a intermittenza. La seconda parola è ‘condivisione’. E’ il noi che vince, costruire insieme, camminare insieme. La terza è ‘corresponsabilità’. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. Riappropriarsi del  il futuro non è solo qualcosa di sporadico, ma ci accompagnerà e deve accompagnarci in questa grande scommessa: che è possibile cambiare pagina. È un cambiare atteggiamento per ridare speranza.”

Dalai Lama

 

Don Ciotti

 

Anche il Papa Francesco ci  ricorda le stesse cose con una didascalia dedicata ai giovani e che si trova qui a sinistra.

Questa è un'epoca dove tutto viene messo in vista sulla finestra per occultare il vuoto della stanza... Abbiamo case più grandi, ma famiglie più piccole... Più opportunità, ma meno tempo... Più istruzione, ma meno buon senso... Più conoscenza, ma meno senso critico... Più esperti, ma più problemi... Più medicine, ma meno benessere... Siamo andati e tornati dalla luna, ma facciamo fatica ad attraversare la strada per stringere la mano ad un uomo vicino... Abbiamo prodotto più computer per registrare più informazione, per replicare più documenti come non mai, ma siamo meno capaci di comunicare... Siamo imbattibili sulla quantità, ma scarsi sulla qualità... Questi sono tempi da fast-food, ma dalla digestione lenta... Sono i tempi dei grandi uomini, ma di carattere mediocre... Sono tempi in cui si realizzano profitti astronomici, ma povere relazioni... Dalai Lama

 

PREGHIERA DELLE CINQUE DITA

 

1. Il pollice è il dito che sta più vicino a te. Quindi, comincia a pregare per coloro che ti sono accanto. . Essi sono i più facili da ricordare. Pregare per coloro che amiamo è "un dolce compito."
2. Il dito successivo è l'indice: Pregate per coloro che insegnano, istruire e guarire. Hanno bisogno di sostegno e di saggezza per guidare gli altri nella giusta direzione. Teneteli presenti nelle vostre preghiere.
3. Il dito successivo è il più alto. Il dito medio ci ricorda i nostri leader, i governanti, e a tutti quelli che hanno l'autorità. Essi hanno bisogno di una guida divina.
4. Il dito successivo è quello dell''anello. Sorprendentemente, il dito anulare è quello più debole. Egli ci ricorda di pregare per i deboli, i malati o gli afflitti da problemi. Essi hanno bisogno delle vostre preghiere.
5. E infine abbiamo il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti. Il mignolo dovrebbe ricordare di pregare per te stesso. . Dopo aver finito di pregare per i primi quattro gruppi, le tue proprie esigenze appariranno nella giusta prospettiva e sarai pronto a pregare per te stesso in modo più efficace.

Chi riconosce l'appartenenza alla famiglia umana, come può  non aprire le porte? Poi io, come cristiano, come faccio a non essere accogliente? E io ti accolgo come sei, come persona, perché ancora prima di essere maschio, femmina, omosessuale o straniero, uno è persona, cioè un soggetto di autonomia.
(Don Andrea Gallo)