Stamattina pioveva e abbiamo pensato
che eravamo proprio sfortunati, l’escursione si annunciava
difficoltosa e poco praticabile, andare in piena campagna con la
pioggia non è proprio la situazione migliore da affrontare con
alunni così piccoli; poco prima della partenza però il sole ha
fatto capolino tra le nuvole annunciando una bella giornata
anche se tormentata dal vento.
Presso il Pulo ci aspettava Filippo,
la nostra guida, che, dopo i saluti, ci ha condotti all’affaccio
di un muretto per mostrarci la voragine del Pulo che è una delle
doline più grandi d’Europa.
Il Pulo di Altamura è una
caratteristica formazione geologica di origine carsica legata
alla lenta e progressiva azione di erosione delle acque nel
terreno. Si trova a circa 7 km dall’abitato, nella Murgia di
Sant’Elia. Ha una forma quasi circolare e ha pareti con
fortissima pendenza. Il fianco nord è ricco di grotte ora
inaccessibili, ma in epoca preistorica questi luoghi sono state
abitati da ominidi, che con il procedere dell'evoluzione
naturale avrebbero dato origine alla razza cui appartiene l'Uomo
di Altamura (uomo cosiddetto pre-Neanderthal) il cui
rinvenimento è avvenuto in un luogo non lontano, in linea
d'aria, dal Pulo, e che ora costituisce un importante patrimonio
archeologico. La presenza degli antichi abitanti è testimoniata
dai numerosi reperti rinvenuti (selce, ossidiana, i ciottoli
incisi, la conchiglia di Cyprae; ecc.)
In una piccola grotta, nel XII secolo
secondo un’antica leggenda, pare abbia vissuto per qualche tempo
da eremita, San Guglielmo da Vercelli, fondatore dell’Abbazia di
Montevergine. Su una parte del bordo superiore del Pulo di
Altamura, all’interno di due grotte disposte una sull’altra,
sono stati rinvenuti resti di manufatti del periodo di vita
dell’Homo sapiens sapiens. Molti degli oggetti qui ritrovati
sono ora conservati al museo Nazionale Archeologico di Altamura.
Malgrado la sua forma assomigli molto ad un cratere, la sua
origine non è vulcanica, bensì carsica.
Esistono molte teorie circa la sua
origine, le più accreditate, parlano di un antico pozzo carsico
o inghiottitoio, cioè il punto dove l’acqua penetra ed entra nel
sottosuolo e che con il passare del tempo si è approfondito.
Un’altra ipotesi è che si tratti di una dolina di crollo,
causata cioè dal crollo della volta di un’enorme grotta
sotterranea. La conca del Pulo è per lo più ricoperta da macchia
mediterranea e da vegetazione erbacea, si può scendere
attraverso un piccolo sentiero, ma non adatto agli alunni. Il
fondo è ricoperto da uno strato molto spesso di terra rossa,
frutto della dissoluzione del calcare delle pareti che si
presentano molto ripide.
La dolina ha preservato fino ad oggi
un ambiente selvaggio che nessuno ha potuto modificare perché
difficile da utilizzare per l’agricoltura.
Il pulo è un vero e proprio orto
botanico naturale; grazie al suo particolare microclima, è
diventato habitat ideale di alcune specie vegetali e animali
rari nel resto del territorio murgiano, come il corvo reale che
nidifica sulle pareti scoscese del Pulo.
La nostra guida ci ha raccontato
tutto questo, parlandoci del carsismo, un argomento che sarà
approfondito il prossimo anno, ma lo scopo principale della
visita era rappresentato dalla vegetazione ed in particolare
dalle piante erbacee tipiche del paesaggio murgiano.
Abbiamo raccolto dei campioni che ci
serviranno per approntare un erbario e potremo procedere alla
catalogazione delle piante per conoscere il nome scientifico,
l’aspetto morfologico, e magari l’utilizzo che di queste piante
se ne faceva nel passato e nella vita quotidiana.
L’escursione ha entusiasmato i bambini che hanno giocato “ai piccoli
esploratori” e mentre perlustravano la zona,chiamavano
continuamente noi adulti per farci notare una farfalla, una
pianta che li aveva incuriositi, alcune cavallette di colore
grigio-arancio, un grillo, una lucertola,una mantide, ragni di
ogni genere, dimostrando a noi grandi, spirito di osservazione e
curiosità, elementi necessari per una corretta indagine
scientifica e che sono basilari poi per proseguire nella seconda
fase della conoscenza che invece si fa più sistematica quando
bisogna raccogliere tutte le informazioni e metterle in ordine
attraverso la classificazione.
Infine come una ciliegina sulla
torta, gli alunni durante le loro esplorazioni hanno trovato il
cranio di un mustelide, mancava la mascella inferiore e l’hanno
cercata e trovata, insieme a due vertebre, devo ancora
approfondire a chi appartiene se a una faina o a una donnola. Il
"terrificante" ritrovamento non ha impressionato nessuno
di loro, anzi facevano domande e volevano approfondimenti,
magari una storia! Gli alunni, sono incredibili, interessati,
curiosi, temerari e nella loro spontaneità capaci di
sorprenderci anche con considerazioni molto buffe.
Hanno raccolto anche un bottino
prezioso, rappresentato da piccole pietre “luccicanti” da donare
alla mamma o all’amico più caro, qualche foglia o fiore
speciale, che hanno stimolato la loro fantasia e curiosità.
Rimarrà loro il ricordo della bella esperienza vissuta e forse
un brandello della conoscenza scientifica che andremo a
costruire nei prossimi giorni.
Vi aggiorneremo!