Quanti Compiti?

 

Ciclicamente torna in auge il tormentone sui compiti a casa.

E' di questi giorni la notizia della decisione di una preside di Manhattan di abolire completamente i compiti a casa per tutti gli alunni della sua scuola.

Secondo la preside di quella scuola i compiti a casa "fanno più male che bene", infatti "gli effetti negativi di compiti a casa ... causano frustrazione, stanchezza, mancanza di tempo per altre attività, tempo per la famiglia e, purtroppo per molti, la perdita di interesse per l'apprendimento."

La notizia, (che ripetiamo riguarda solo una scuola pubblica degli interi Stati Uniti) è stata ampiamente ripresa in Italia da giornali e televisioni e tutti - "sapientosamente" - hanno fatto le proprie analisi e comparazioni con la scuola italiana.

Hanno -i giornalisti- sottolineato come in Italia gli studenti siano oppressi da una media di 9 (nove) ore settimanali di compiti, contro le 3-4, massimo 5 ore delle altre nazioni Europee.

Nessuno però è entrato nel dettaglio.

Fermo restando che i compiti debbano avere un tempo "congruo" per l'età degli studenti, lasciando ampio spazio per le altre loro attività ludiche, ginniche e ricreative, è opportuno - a nostro avviso.- fare alcune considerazioni.

Innanzitutto i sistemi scolastici.

Dire che in Italia  i ragazzi hanno 9 ore settimanali di compiti ed in Norvegia ne hanno solo 3,5 con un rendimento nelle prove Ocse-Pisa (servono a rilevare gi apprendimenti secondo un criterio comune nelle scuole europee) più elevato del nostro dice tutto e niente.

Bisognerebbe sottolineare cosa offre la scuola italiana in termini di strutture, tecnologia e infrastrutture, e cosa offre la scuola Norvegese o Tedesca.

In quelle nazioni i ragazzi hanno un tempo scuola molto più lungo del nostro, cioè c'è un tempo pieno generalizzato. I ragazzi a scuola hanno palestre e laboratori efficenti, hanno aule ben attrezzate; hanno la possibilità di esercitarsi nelle discipline con l'aiuto di altri insegnanti; hanno uno staff psico-pedagogico che li segue in maniera costante. Dopo di che, 4 ore settimanali di compiti a casa possono essere sufficienti.

Noi, invece, cosa abbiamo? Si può fare un paragone così?

 

Le scuole americane non possono fare testo per noi.

Il sistema americano prevede due tipi di scuole: quelle pubbliche e quelle private. Nelle scuole pubbliche finiscono i meno abbienti, i figli di immigrati e quelli rifiutati dalle scuole private.  Giusto per capirci le scuole pubbliche sono quelle che nei film (americani) sono rappresentate turbolente e frequentate da teppistelli. I compiti, in tali condizioni sono un un di più.

Le scuole private, o college, il problema non se lo pongono nemmeno: lo studio individuale, cioè i compiti a casa, si può protrarre anche fino a notte inoltrata, e nessuno fa una piega! Chi non studia viene espulso. E in America si fa la coda per essere ammessi nei college.

Si può fare un paragone con la nostra realtà?

Le ore di studio: 9 ore! 

9 ore di media settimanale sono semplicemente un'ora e trenta minuti al giorno! Sono davvero così tante?

 

E adesso un nostro giudizio di merito.

I compiti non sono indispensabili per la comprensione e l'apprendimento: per questi sono necessari l'attenzione durante le spiegazioni e l'impegno nel lavoro in classe.

Ma se si vuole che quello che è stato fatto possa meglio fissarsi nella mente è necessario anche l'esercitazione. Il bambino può aver ben compreso la tecnica dell'addizione, ma se non si esercita tenderà a confonderla o a dimenticarla. Come si può pretendere che i ragazzi possano parlare correttamente se non si esercitano con i verbi? E stiamo parlando di scuola primaria. Pensate alla trigonometria o alla lingua inglese senza una esercitazione proficua.

E voi vi affidereste ad un chirurgo che ha studiato solo ascoltando le lezioni in aula e non si è impegnato nello studio individuale o non si è mai esercitato?

Ripetiamo, non siamo per il "diluvio" di compiti, ma... solo per un po' di buon senso ("cum grano salis" dicevano i nostri antenati latini).