Il rompicapo

 

 

 

Abbiamo finalmente completato la costruzione del rompicapo che Gabriele ci ha proposto alcune settimane fa: adesso ogni alunno ha il “proprio rompicapo” sul quale effettuare riflessioni, studiando e manipolando l’oggetto per trovare la strategia migliore per risolverlo.

L’attività che abbiamo svolto fino al raggiungimento del prodotto finale si inserisce a pieno titolo nell’ attività di problem solving tipico della matematica. Per realizzare il rompicapo abbiamo dovuto superare una serie di problemi relativi al materiale da usare e alla sua reperibilità e al tipo di assemblaggio.

Dopo aver discusso a lungo con gli alunni, abbiamo affidato al papà di Sara il compito di tagliare i legnetti occorrenti, poi bisognava stabilire la misura degli stessi e la quantità. Un velocissimo problema di calcolo e di misura con il metro ci hanno permesso di stabilire le dimensioni, la lunghezza e la larghezza dei legnetti, la lunghezza della corda per ciascun rompicapo e la quantità totale di corda occorrente.

 

Dopo alcuni giorni avevamo tutto il materiale. I legnetti però erano grezzi e quindi li abbiamo dipinti e fatti asciugare, infine dopo aver montato il prototipo ho affidato l’assemblaggio agli alunni stessi. Per fare il prototipo, ho usato il materiale che avevamo in classe, ma ci siamo subito resi conto che era davvero molto “artigianale” e poteva essere migliorato. Dopo diverse ipotesi e soluzioni alternative, alla fine abbiamo risolto anche questo piccolo problema: per impedire che i nodi fatti dagli alunni si sfilassero passando dai buchi dei legnetti, li abbiamo fermati con dei bottoni.

 

Il rompicapo ha avuto molto successo, è stato donato ad alcuni insegnanti di matematica della scuola e a un collaboratore scolastico molto creativo. Alcuni alunni dopo innumerevoli tentativi ( si sono esercitati anche a mensa tra un pasto e l’altro) ci sono riusciti ed erano raggianti, anche gli altri ci sono riusciti nei giorni successivi.

Gli adulti hanno invece avuto momenti di “frustrazione” e gli alunni erano davvero divertiti. Infatti mi hanno detto: - E’ bellissimo vedere la faccia che fanno quando sono in difficoltà!-

 


Non è propriamente un pensiero crudele, bensì il tipo di divertimento che si prova per essere riusciti a creare qualcosa con le proprie mani e constatare di essere capaci di risolvere un problema apparentemente impossibile. Gli alunni hanno anche deciso che sarebbe una buona idea se ne costruiamo altri per venderli nei mercatini.

Inutile aggiungere che l’oggetto è stato realizzato a costo zero grazie al lavoro paziente offerto dal papà di Sara, alla cordina e ai bottoni offerti dalla maestra e alla vernice ad acqua disponibile a scuola. Grazie a tutti!