Un rompicapo divertente
 

Le occasioni di divertimento e di apprendimento reale, sono infinite in una classe dove si respira un clima di collaborazione autentica e di arricchimento reciproco. Oggi un alunno ha portato a scuola un rompicapo che ha acquistato durante le vacanze di Natale da un mercatino in Trentino Alto Adige.

Si è fermato con la famiglia e gli amici presso la bancarella che vendeva oggetti di questo tipo e ne è rimasto affascinato tanto da rimanerci qualche ora. Ha voluto condividere con noi la sua esperienza e ci ha portato due rompicapi. Gongolavo dalla gioia, semplicemente perché ho compreso che l’alunno non solo ha perso il suo tempo, (che poteva investire a gironzolare tra mille altri articoli più interessanti presenti sulle bancarelle del mercatino) ma anche perché era intrigato dal fascino della scoperta, della sperimentazione e della curiosità verso ciò che apparentemente ai suoi occhi si presentava come complicato e irrisolvibile.

 La sua condivisione mi ha dato l’occasione per riproporre agli alunni il concetto di strategia risolutiva, essenziale per risolvere ogni problema anche il più complesso.

Generalmente la maggior parte delle persone di fronte a un problema che si presenta complicato, prima accettano la sfida, cercano di risolverlo ma se non ci riescono al primo colpo lasciano andare le possibili soluzioni e non ci pensano più. E’ essenziale far comprendere agli alunni quanto sia positivo accettare la sconfitta, l’errore, e quanto sia importante “ inventarsi “ una strategia che renda possibile la soluzione. Ho invitato gli alunni a cimentarsi nella soluzione del rompicapo che consisteva nel districare due fili intrecciati sorretti da strutture di legno, dopo vari tentativi, ho invitato l’alunno che conosceva la soluzione, a girarsi di spalle e a risolvere il rompicapo, per rendere consapevoli i compagni che non era impossibile separare i fili intrecciati; la soluzione c’era, era solo una questione di strategia a renderla possibile.

 

 

 

 

A quel punto tutti gli alunni volevano provarci, ma temevo che il giocattolo nuovo si sciupasse, così abbiamo stabilito di costruirne uno artigianalmente in modo che ciascuno avesse il proprio e potessero esercitarsi liberamente. Abbiamo così eseguito un problema reale per stabilire quanti legnetti preparare, quanti buchi effettuare, quanti fili comprare e di quale lunghezza, come procurarsi le chiusure di legno. Presto mostrerò come abbiamo fatto a realizzarlo.

 


Il secondo rompicapo, era un parallelepipedo su cui erano conficcati dei chiodi, il rompicapo consisteva nell’estrarre tutti i chiodi e nel disporre su un solo chiodo, la bellezza di ben 6 chiodi. Tutti hanno pensato che bisognasse conficcarli uno sopra l’altro. Ma la struttura non lo permetteva. Così dopo varie ipotesi, ho invitato ancora una volta l’alunno che lo ha sperimentato a mostrarci come avesse risolto il “problema”. La soluzione questa volta, richiedeva una soluzione creativa diversa ;la strategia e l’inventiva erano alla base. Successivamente era richiesta anche una abilità manuale non indifferente: ha disposto i 6 chiodi in un modo davvero originale, incrociandoli e incastrandoli e nel momento in cui li ha sistemati sull’unico chiodo bisognava che la struttura reggesse e fosse in equilibrio sul baricentro.

E’ stata una bella lezione, gli alunni erano felicissimi, la maestra estasiata perché con piccole cose è possibile “fare lezioni” significative senza ricorrere a strumenti canonici quali libri e schede didattiche e mettendo alla prova le reali abilità degli alunni.