L'Amore per la lettura   

 

ovvero 

 

Viaggio nell'Isola che non c'é (ma c'è davvero!!)

 

 

-Almeno una volta al mese portiamo i figli in biblioteca -, mi ha detto Luca con tutto l'orgoglio di un padre che vede crescere i propri figli.

Poi mi ha raccontato che ogni volta che ci vanno riportano a casa una ventina di libri da leggere: insomma il fabbisogno di un mese.

Benché anche noi siamo "divoratori" di libri, questa affermazione ci ha lasciato un po' perplessi.

Una ventina di libri, per quanto piccoli possano essere, son sempre tanti per due bambini, soprattutto se uno di loro non frequenta ancora la scuola primaria.

Ma la cosa non è finita lì.

Erica, la mamma, ha tenuto a sottolineare che la "visita" alla biblioteca è un evento atteso dai bambini e che spesso prende tutta la giornata: insomma una specie di festa per i bambini.

L'aria perplessa dei nostri visi deve essere stata così evidente, che hanno dovuto darci delle informazioni supplementari per farci capire come funzionano le "vere" biblioteche per ragazzi.

 

Esistono, infatti,  biblioteche che sono un po' come la famosa "Isola che non c'è" di Peter Pan: un luogo dove tutto è funzionale ai bambini e alla loro fantasia e creatività; un posto in cui gli adulti sono un corollario non strettamente necessario.

Innanzitutto la biblioteca è vasta negli spazi, nulla a che vedere con gli striminziti locali in cui era costretto a muoversi chi ha frequentato la nostra biblioteca (a proposito: dov'è la nostra biblioteca?).

Gli arredi sono a misura di bambino: ognuno di loro deve poter accedere ai libri in maniera autonoma, per poterli sfogliare, per poterne sentire il "richiamo" che li invita a leggerli o semplicemente a guardarli:

questo qui sotto è un esempio di disposizione dei libri per i più piccoli.

 

 

Ovviamente esistono i classici scaffali, solo che i libri non sono infilati dentro, mostrando solo il dorso, così anonimo e poco attrattivo: i volumi sono posizionati in modo frontale, talvolta aperti, in modo da catturare l'attenzione dei bambini ed invogliarli a prenderli.

 

Gli adulti intervengono per prendere i libri più in alto o per cercare volumi che i bambini non riescono a trovare, e alla fine sono loro a mettere a posto tutti i libri.

 

E per leggerli dove si mettono i bambini?

Se guardate la foto sopra già lo immaginerete: esistono tavoli e tavolini, poltroncine e poltrone giganti, materassi, tappeti e perfino lettini. Per i più piccoli, infatti, vi è la possibilità do stendersi su un letto con mamma e papà, in modo che essi possano leggergli la storiella, sfogliando insieme il libro: in questo modo si pongono le basi per la lettura a casa, quando i genitori leggono la favoletta prima di dormire.

Inoltre i bambini apprendono che questo modo di condividere la lettura con i propri genitori è fatto anche da altri bambini, per cui sono maggiormente stimolati a farlo.

Detto per inciso: la biblioteca organizza anche incontri di lettura ed ascolto di brani, poesia o musica per le future mamme, quasi a voler educare i bambini alla lettura ancora prima che vengano al mondo.

E poi vi sono gli incontri di "lettura" per neonati da 6 a 18 mesi .....

 

 

Nella biblioteca i bambini (ed i loro genitori) hanno accesso anche a risorse video (documentari, film, ...) e audio (audiolibri, musica,...), come pure hanno accesso  wi-fi ad internet.

Ovviamente è possibile portare in prestito a casa più libri; ma si possono scaricare anche in edizione digitali per poterli leggere su e-book, tablet, smartphone, ... per un periodo di 14 giorni.

Una biblioteca così non poteva dimenticare i bambini che hanno delle difficoltà.

È disponibile una raccolta chiamata "Leggere diversamente" che si propone di rendere accessibile a bambini e ragazzi disabili il piacere della lettura.
La sezione comprende: libri tattili e libri in braille, collane di narrativa dedicate a bambini e ragazzi dislessici, libri a grandi caratteri di stampa per facilitare la lettura a chi soffre di disabilità visiva, libri che usano la Comunicazione Aumentativa e Alternativa per bambini con difficoltà di comunicazione, libri in LIS (Lingua Italiana dei Segni). E' inoltre disponibile una raccolta di audiolibri.

 

 

Vi starete chiedendo dove si trova questa biblioteca (ma come questa ce ne sono tante altre): è la Bibiolteca Salaborsa di Bologna, che serve anche tutto il circondario ( http://www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/ ).

 

L'amore per la lettura e per tutta la cultura è un processo non va lasciato al caso, ma al contrario va curato e sviluppato passo passo, investendo in esso risorse umane e soprattutto finanziarie.

Si tratta di fare scelte politiche quando si governa una città. Ascoltavo giorni fa che il Sindaco di Saronno (e la sua giunta) ha preferito investire parte del bilancio comunale sulla Scuola e sulla Cultura, anziché ristrutturare il loro glorioso stadio ormai decadente (il Saronno ha militato in serie A). Tutt'altra storia che certi campi sportivi locali!

 

Le considerazioni che possiamo fare come insegnanti sono molte, ma la prima sensazione che abbiamo colto nell'ascoltare tutte queste cose è stata di imbarazzo, se non vergogna.

Abbiamo pensato alla situazione di Santeramo, una cittadina di 25 mila abitanti, che non ha mai avuto una biblioteca degna di questo nome; una cittadina che da anni NON ha più una biblioteca, pur avendo investito milioni di euro per adibire a questo scopo l'ex Enal (ma chi l'ha progettata sapeva cosa è e come funziona una biblioteca?).

Pochi ormai ricodano che un Cittadino santermano, donò al comune di Santeramo, il suo palazzo e gli orti circostanti perchè si costruisse una biblioteca. Il palazzo è stato venduto, gli archivi interni furono depredati delle parti migliori (commerciabili) o gettati al macero (dagli incompetenti che presiedevano allo sgombero dei locali); gli orti sono diventati condomini; la biblioteca non si è mai fatta realmente; il nome del benefattore dimenticato, tranne che nella denominazione della ex-biblioteca.

Giovanni Colonna: chi era costui? (Giusto per parafrasare Don Abbondio).

 

Dov'è la nostra biblioteca?

Forse un sindaco ce lo potrebbe dire, o magari un assessore alla Cultura; o forse anche un insegnante.