La SCILLA

 

La conoscenza del proprio territorio inizia dalla conoscenza di quanto osserviamo intorno a noi e ci incuriosisce. La fine dell'estate coincide con la fioritura della scilla marittima, a noi nota come  "cepudazze" (cipollaccia o cipolla dei cani).

I lunghi steli fioriti della scilla che adornano la nostra Murgia bruciata dal sole di questa lunga estate sono motivo di meraviglia e di curiosità: "Che pianta è?"

Di questo abbiamo parlato nella nostra odierna lezione di scienze ed alcuni ragazzi hanno riportato le loro impressioni ed esperienze.


L’estate, quest’anno è stata particolarmente calda e le poche piante della Murgia sono completamente secche.

Tuttavia le piante del nostro territorio si sono particolarmente adattate al territorio carsico e dunque abituate a sopravvivere anche a lunghi periodi di siccità: la loro sopravvivenza è infatti garantita dalla presenza di bulbi.

Vi sarà capitato di osservare in questo periodo, una pianta della Murgia che spicca solitaria tra le rocce calcaree e spoglie: è la scilla. Fiorisce adesso, ma a volte già da fine agosto, basta che ci sia un po’ di pioggia o un forte temporale.

Questa pianta è davvero curiosa, il fiore emerge direttamente dal bulbo; sul fusto che può essere alto fino a due metri crescono dei fiori bianchi a grappolo; si possono contare ben oltre 50 fiori bianchi e stellati. L’apertura dei fiori avviene a partire dal basso verso l’alto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo la fioritura, in inverno, si sviluppano delle grosse foglie lanceolate e carnose di colore verde intenso e che in estate si seccano e il ciclo ricomincia.

 

In un periodo dell’anno in cui la vegetazione assetata stenta a crescere, i fiori della Scilla spiccano sulla Murgia, sembrano soldati che vigilano in solitudine, mentre il bianco dei suoi fiori addolcisce l’asprezza di questo territorio.

Le scille hanno un bulbo molto grosso, spesso sporgente dal suolo, può pesare fino a 2-3 kg e come abbiamo studiato negli anni scorsi, è un organismo di riserva di sostanza nutritive che il fiore utilizza per svilupparsi anche in assenza delle foglie necessarie ad effettuare la fotosintesi. La scilla appartiene alla famiglia delle Liliacee, la stessa famiglia degli asfodeli e dell’asparago, è una pianta tossica per questo motivo le pecore al pascolo sulla Murgia non la mangiano, eppure nell’antichità veniva appeso alle porte di casa per proteggerle da ogni male: in effetti si pensava che guarisse molte malattie e fosse utile contro il morso dei serpenti, in realtà le squame carnose del bulbo vengono utilizzate per la preparazione di farmaci che curano insufficienze cardiache, ha anche proprietà diuretiche e anti-infiammatorie e naturalmente bisogna conoscere le dosi di utilizzo perché è anche molto tossica.

I bulbi a contatto con la pelle provocano arrossamento e prurito. Cresce su pascoli, suoli rocciosi, garighe ed è particolarmente resistente al passaggio del fuoco. Il genere Scilla comprende un centinaio di specie di piante bulbose perenni diffuse nelle regioni temperate di Europa e Asia, alcune specie sono spontanee in Italia. Il nome generico Scilla deriva dal latino scilla, e viene usato per nominare una gigliacea marittima detta cipolla marina. Il termine a sua volta deriva dal greco σкίλλα che ha lo stesso significato. Il loro habitat sono boschi, prati subalpini e sulla rive del mare.


Notizie importanti
Molte piante per crescere sulla Murgia in un ambiente ostile devono sviluppare degli adattamenti particolari.

L’acqua è un bene prezioso in queste zone dove predominante è la presenza della pseudo steppa. La pioggia non viene trattenuta dal suolo, in quanto il terreno è calcareo e la pioggia percola nel sottosuolo formando tanti fiumi sotterranei, per questo motivo molte piante per far fronte alla carenza di acqua sviluppano apparati utili alla sua conservazione.

Ricordiamo infatti il bulbo e il tubero studiati lo scorso anno. Il bulbo è un organo sotterraneo globoso in cui la pianta conserva acqua e nutrienti, il tubero è una porzione di fusto modificato in organo di riserva. Le zone di Murgia non coltivata e destinate spesso al pascolo sono caratterizzate infatti dalla presenza di piante con i bulbi come le scille, le stembergie, gli asfodeli, gli asparagi, le orchidee ecc…