Per non dimenticare, MAI,
tutti quei bambini diventati fumo nel
vento...
"Eppure i bambini osservano, giocano, ridono, corrono curiosi ad ogni evento, anche nelle situazioni più drammatiche, perché gli occhi dei bambini riescono ad andare oltre, cercano e danno speranza, anche se si trasformano in fretta in piccoli uomini, perdendo l’innocenza che dovrebbe contraddistinguerli"
"
QUANDO VENNERO
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
e fui contento,
perché rubacchiavano.
Quando i nazisti vennero per i comunisti,
io non dissi nulla
perché non ero comunista.
Poi vennero a prendere gli ebrei,
e stetti zitto,
perché non ero ebreo.
Quando vennero a prendere gli omosessuali,
fui sollevato,
perché mi erano fastidiosi.
Quando vennero per i sindacalisti,
io non dissi nulla
perché non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me,
e non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.
(Poesia attribuita spesso a Bertolt Brecht e che, in realtà, deriva
dai discorsi pronunciati dal pastore protestante tedesco Martin
Niemöller nel 1946 dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale)
C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE
di Joyce Lussu
C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla
suola interna si vede ancora la marca di fabbrica c’è un paio di
scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a
Buchenwald servivano a far coperte per soldati non si sprecava nulla e i
bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald erano di un
bambino di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come
piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa
numero ventiquattro per l’eternità perchè i piedini dei bambini morti
non crescono c’è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti non consumano le suole.