Mi capita spesso, durante giochi di
squadra, o simulazione di attività sportive, di dover redimere
discussioni e contestazioni tra gli alunni, sullo svolgimento
della gara, sull’attribuzione dei punteggi, sulle furbizie o
manchevolezze, e nello stesso tempo vedo a volte che ci scappa
qualche gestaccio, parole offensive, corna, e manifestazioni
eccessive di giubilo per la vittoria e atteggiamenti denigratori
verso gli sconfitti. Sappiamo bene che molte espressioni che gli
alunni usano e manifestano derivano dagli atteggiamenti che
vedono durante le partite di calcio in tv, o ripetono
atteggiamenti che vedono dagli adulti nei confronti di alcuni
sport.
Ogni volta che annuncio agli alunni
che faremo anche una partita di calcio, puntualmente qualcuno o
più di uno si presenta a scuola con la sciarpa della squadra del
cuore, o con il gagliardetto o con la maglietta del calciatore
preferito, addirittura una volta mi hanno portato anche una
tromba e uno striscione.
Trovo la spontaneità degli alunni
davvero divertente e buffa, ci rido su, ma poi devo intervenire,
ogni volta devo mediare e consolare gli sconfitti, insistere sul
valore delle regole e sulla necessità di rispettarle. Per
fortuna anche nelle Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo
le attività motorie hanno conservato ancora il nome di
Educazione Motoria.
Educazione intesa come
occasione per promuovere esperienza cognitive sociali e
culturali, perché attraverso il gioco e la progressiva conquista
delle abilità motorie l’alunno ha la possibilità di sperimentare
la vittoria e la sconfitta, permettendo l’ apprendimento della
capacità di modulare e controllare le proprie emozioni.
Educazione motoria come rispetto dei valori umani e civili e
ambientali, educazione a una cultura sportiva che si svolga nel
rispetto di sé e dell’avversario, di lealtà, di senso di
appartenenza e di responsabilità, di controllo dell’
aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza.
Questi giorni mi è capitato di
riflettere su due episodi di cronaca che hanno riguardato lo
sport: certamente durante una gara di qualsiasi tipo, c’è un
altissimo livello di competizione perché deve portare in ogni
caso a dei risultati che possono invariabilmente essere di
pareggio vincita o sconfitta e che gli sforzi degli individui o
di una squadra mirano a raggiungere risultati positivi. Spesso
però questo avviene senza rispettare le tanto decantate
regole,perché nello sport agonistico ci sono altissimi
interessi, sono in gioco soldi o ascese nelle classifiche e una
sana competizione basata sul motto “ Vinca il migliore!” non è
contemplata più da nessuno, e questo emerge sempre più dalle
cronache sportive recenti.
Alcune volte però incredibilmente
questo succede , si rispetta l’avversario si è leali e allora
viene la voglia di dire a tutti che lo sport non è cambiato che
a volte anche dove la competizione è altissima c’è un bel gesto
che va valorizzato
Propongo tuttavia un confronto
tra due episodi di cronaca sportiva per indurre riflessioni che
chiunque sarà in grado di trarre, il primo riguarda un bel
gesto, il secondo un gesto riprorevole, non importa se per questo
,qualcuno dirà che sono molto critica e potrebbe pensare
che aiuto e porgo il fianco a chi vuole denigrare e
strumentalizzare il Sud.
Io sono fiera di essere pugliese e
adoro Matera, e certi comportamenti ci sono anche al Nord,
tuttavia se ci
vogliamo sentire cittadini del mondo, questo nostro mondo
dobbiamo rispettarlo con buone pratiche e non con atteggiamenti che
visti da un grande pubblico fanno pensare alle giovani menti dei
nostri alunni che
siano leciti, e che “fanno parte del gioco”.
Qui evidentemente non si sta parlando
di un luogo ma di altro, ovvero di un sentire e di un modo di
fare che andrebbe rivisto, concludo dicendo che siamo solo noi
che facciamo la differenza …… non il colore della pelle!
1°- articolo
Gesti...
Purtroppo, molto poco è stato detto di questo GESTO..
Un maratoneta
spagnolo perde volontariamente a vantaggio del suo avversario.
Il 2 dicembre, il corridore basco
Iván Fernández Anaya era in competizione in una corsa campestre
a Burlada, Navarra. Era in seconda posizione, a una certa
distanza dietro il leader della corsa Abel Mutai, medaglia di
bronzo nella 3000 metri siepi alle Olimpiadi di Londra. Entrati
in dirittura d'arrivo, vide il keniano fermarsi circa 10 metri
prima del traguardo, pensando di aver già attraversato la linea.
Fernández Anaya invece di sfruttare l'errore di Mutai ed
accelerare il passo per rivendicare una vittoria improbabile, è
rimasto dietro e, a GESTI, ha guidato il Kenyiota alla linea per
fargliela attraversare per primo.
A fine gara ha dichiarato: "Anche se mi avessero detto che la
vittoria mi avrebbe garantito un posto nella squadra spagnola
per i campionati europei, non l'avrei fatto. Perché oggi, con il
modo in cui vanno le cose in tutti gli ambienti: nel calcio,
nella società, nella politica, in cui sembra che tutto sia
permesso, un GESTO di onestà è anche più importante.
2° - Articolo
Insulti
razzisti, giocatore Matera squalificato per 10 turni
Dieci giornate di squalifica per insulti razzisti nei confronti
di Gaetano Iannini, calciatore della squadra lucana, che aveva
insultato un avversario durante la partita di Coppa Italia con
il Sudtirol: è la prima volta che vengono applicate le nuove
norme anti-discriminazione. Nel 2012 (giocava col Casale) aveva
ricevuto un Daspo di 4 anni per aver minacciato l'arbitro e
aggredito due poliziotti "Purtroppo - ha commentato Piazzi - non
è la prima volta che si usano insulti di tipo razziale durante
una partita di calcio. Evidentemente l'ignoranza fa parte della
nostra 'civiltà'. Ciò che preoccupa - ha aggiunto - è che in
Italia questo fenomeno sembra essere più marcato che in altre
nazioni d'Europa".
"Se il nostro giocatore ha sbagliato, è giusto che paghi. Ma, al
di là di questo, mi sembra che la sanzione abbia anche
connotazioni mediatiche", commenta Saverio Columella, patron del
Matera. "Ovviamente mi spiace che la mia società, sempre
schierata contro qualsiasi condotta antisportiva, venga
coinvolta in questa vicenda. Noi condanniamo completamente il
comportamento del nostro atleta: l'insulto razzista è
imperdonabile e, se c'è stato, è giusto che Iannini paghi".