Nel 1926
il Commissario prefettizio di Santeramo decise di destinare quel
grande spazio alla costruzione della villa comunale, cosa che
avvenne con la partecipazione di tutti
i
cittadini di Santeramo che si occuparono del trasporto del
terreno, dell'impianto degli alberi, della messa in opera delle
panchine, delle fontane, dei marciapiedi.
Si racconta un aneddoto: non siamo certi che sia proprio vero,
ma è proprio bello.
Pare che un "trainire" abbia chiesto al Commissario quale
sarebbe stato il suo compenso per il trasporto dai terreno
necessario alla costruzione della villa.
Il Commissario rispose:
"Nudde, quanne fi' vecchjie t'assite o' frisc'ke "
Questo aneddoto è bello perché ci fa capire che la nostra villa
è nata con il lavoro gratuito e comune di tutti
i
santermani.
Attualmente la Villa è dedicata a
Giuseppe Di Vagno,
un deputato che si è battuto per migliorare le condizioni di
vita e di lavoro dei contadini pugliesi. Nel 1921 Di Vagno, che
tornava a casa dopo una manifestazione di contadini, venne
bastonato a morte da un gruppo di fascisti.
Il Largo della Fiera nel 1926
(senza villa) - al centro il palazzo dove ore c'è il Bar Italia
- a sinistra il campanile della Chiesa Madre ancora senza la
cuspide |