LA BUONA SCUOLA

 

Abbiamo già parlato del documento pubblicato dal Governo Renzi e che espone le linee programmatiche per il rilancio della Scuola nel prossimo futuro. Una specie di "riforma" che dovrebbe portare l'Istruzione     (e l'Educazione) in primo piano ed essere un fattore trainante dello sviluppo sociale ed economico dell'Italia nei prossimi anni.

Malgrado l'importanza di tale cambiamento della scuola sembra che i mass-media abbiano alquanto lasciato in secondo piano questa riforma, forse anche perchè altri temi sembrano essere di più pressante importanza e necessità, a partire dal "jobs act" e conseguentemente il famoso articolo 18.

Eppure anche "la buona Scuola" parla di lavoro e della sua organizzazione, seppur all'interno di un settore molto ben definito, quale è quello della istruzione.

Ritorniamo su questo argomento perché l'Istruzione (e l'Educazione) non è un campo confinato alla sola scuola ed al corpo insegnante: esse riguardano tutta la società di una Nazione e perciò riguarda tutte le famiglie che in uno Stato vivono e lavorano.

Perché l'Istruzione è il fondamento su cui si costruisce il futuro delle prossime generazioni e la qualità della scuola è il punto di partenza della qualità della vita del futuro.

Per questo non solo gli insegnanti, ma anche le famiglie, gli studenti e ogni singolo cittadino è chiamato ad esprimere la propria opinione sul documento del governo chiamato appunto "la buona Scuola".

Per farlo è necessario collegarsi al sito del ministero https://labuonascuola.gov.it/questionario/

e dopo essersi registrati si può rispondere al questionario fino al 15 Novembre prossimo.

 

Il questionario è diviso in 7 sezioni.
Ogni sezione ha vita indipendente: sarà possibile completare le risposte alle sezioni anche in momenti separati.
Le prime 6 sezioni seguono i capitoli del rapporto "La Buona Scuola".
L'ultima sezione raccoglierà i commenti generali sul Piano "La Buona Scuola", per dare la possibilità a ciascuno di esprimersi per completarlo o integrarlo, per esprimere gradimento o criticarlo.

 

Si sa che i questionari non sono la via migliore per capire il pensiero degli altri, tuttavia è un mezzo per poterne capire almeno gli orientamenti.

Non abbiamo poi certezza che questo sondaggio servirà davvero a modificare o cambiare alcuni punti del documento.

Personalmente penso che se il Presidente del Consiglio, non tiene da conto il sentimento espresso in piazza da un milione di lavoratori (in rappresentanza anche di altri milioni che in piazza non hanno avuto la possibilità di esserci) difficilmente terrà in conto l'opinione espressa attraverso un sondaggio.

 

Detto ciò vi invito a leggere con attenzione il documento "la buona Scuola", scaricabile qui o in rete e poi rispondere con coscienza ed intelligenza al questionario. Non dimenticate che i VOSTRI FIGLI sono il soggetto delle conseguenze di tale documento, nel bene o nel male.

 

Qualcuno mi ha chiesto quale sia la nostra posizione verso questo documento.

Sintetizziamo in questo modo:

1 - Quando il maestro Gianni è entrato nella scuola come insegnante, spinto da idee innovative (e molto di sinistra) ha contestato anche duramente il sistema che ha trovato, spesso accusando alcuni colleghi di "immobilismo". (Col tempo e con il "senno di poi" oggi direbbe che le lotte politiche e sociali di allora facevano vedere le cose in modo non sempre nella ottica giusta).

Tuttavia, coerente alle proprie idee, ha continuato a sperimentare nuove vie per l'educazione e l'istruzione (ha portato il primo computer nella sua classe il 1994!).

Oggi continuiamo su questa via, ad esempio con la flipped classroom o con le scienze sperimentali, e ci stiamo attrezzando anche per il "coding" così caro al nostro Renzi (forse perchè l'ha detto Obama?).

Questa premessa per dire che il nostro parziale disaccordo con la nuova riforma non è conseguenza del fatto che siamo "invecchiati" nella scuola e perciò stesso non desideriamo innovazioni che vadano a stravolgere la nostra vita di insegnanti. Noi crediamo fermamente nella innovazione, ma solo se è reale e non solo "a parole".

2- Vi sono molti punti del documento che condividiamo molto, altri abbastanza, soprattutto per la parte che riguarda l'innovazione didattica e l'utilizzo delle risorse interne, e -più di ogni altra cosa- quando si dice che si deve pensare "l’istruzione e la formazione non come un capitolo di spesa della Pubblica Amministrazione, ma come un investimento di tutto il Paese su se stesso. Come la leva più efficace per tornare a crescere."

Tuttavia dobbiamo sottolineare che al momento nei capitoli di spesa dell'istruzione  (finanziaria 2014) non ci sono fondi per l'innovazione, nè ce ne saranno in futuro.

Innovare non significa dare soldi ai maestri (nè ai soli maestri bravi - e di questo ne riparliamo dopo): significa investire seriamente sulle strutture scolastiche e sulla loro sicurezza; significa investire sulle attrezzature e sulla formazione continua dei docenti. I quali già ora si aggiornano... ma i formatori sono spesso "inviati" dal ministero e non sempre hanno reali competenze pratiche, ma parlano solo per "teorie".

Investire significa dare ai ragazzi possibilità di scelta nella loro formazione (altro che università a numero chiuso) e prospettive per il proprio futuro. Nelle "riforma" non si parla dei "bravi ricercatori"universitari che resteranno tali con contratti temporanei svolgono tutto il lavoro,  finchè i "baroni" universitari continueranno a mantenere cattedre ben oltre la soglia di età del rincretinimento totale.

3- Non condividiamo l'impostazione delle carriere degli insegnanti: noi facciamo sperimentazione, ma non vogliamo essere giudicati solo per quello. Ci piacerebbe essere apprezzati per il nostro lavoro quotidiano, per la sempre più crescente abnegazione nel nostro lavoro per sopperire alle carenze strutturali, alle carenze normative, alla faciloneria legislativa, alla mancanza di coerenza informazione e formazione di chi emana circolari e norme.

Vogliamo essere giudicati per quello che diamo ai nostri ragazzi in termini di "EDUCAZIONE" e poi di Formazione disciplinare.

Noi insegnanti siamo chiamati non solo a trasmettere conoscenze, ma soprattutto a Formare ed Educare i futuri cittadini; dobbiamo essere sociologi attenti e psicologi accorti: figure, queste ultime, cha dai lontani Decreti Delegati del 1974 sarebbero dovuti essere una presenza costante d attiva nella scuola. Non ci sono mai stati, nè questo documento ne prevede la presenza!

Si parla invece di premiare un 75% di bravi insegnanti: gli altri per decreto siamo cretini.

Forse.

Ma forse no!

4- Il documento è pieno di anglicismi, forse perchè oggi usa così. Forse perché fa "figo" e usare l'italiano è da morti di fame. Certo l'inglese è importante; anche l'informatica; il computing (non spaventatevi: significa solo programmazione) può essere una strategia per lo sviluppo della logica e del pensiero divergente. Ma è solo una strategia educativa: ce ne sono di altrettante valide.

Ma il problema è: quanti insegnanti attuali saranno in grado di far fronte a tutte queste (giuste) richieste di innovazione? Non che non ne siamo capaci: ma se il corpo insegnante attuale viaggia su una media di circa 50 anni di età e se ci costringeranno a restare in cattedra sino a 70 anni, di quale rinnovamento si parla?

 

Non vogliamo stancarvi oltre: semplicemente perdete un poco del vostro tempo a leggere il documento e prendete ed esprimete le vostre posizioni, non pensando agli insegnanti che avete, ma guardando al futuro dei vostri figli.

Nel documento si legge che esso è rivolto a tutti i cittadini:

 

"Perché ci aiutino a migliorare
le proposte, a capire cosa manca,
a decidere cosa sia più urgente cambiare e attuare.
Perché per fare la Buona Scuola
non basta solo un Governo.
Ci vuole un Paese intero".

 

i maestri