Magie di Natale

 

Natale non è solo tempo di regali, ma anche di racconti, poesie, musica e teatro.

In tanti autori si sono cimentati con questo argomento e noi vogliamo segnalarvi questo magico libro di un'autrice svedese poco conosciuta da noi:  Selma Lagerlöf.

 

Vi proponiamo qui l'incipit del libro "La notte di Natale", edito da Iperborea: ritroverete in esso un antico racconto, forse proveniente dai Vangeli Apocrifi, ma noto anche ai nostri nonni che ce l'hanno tramandato attraverso varie versioni.

San Giuseppe va in cerca del fuoco per scaldare la Vergine Maria ed il Bambinello appena nato.

Non ha con sé alcun recipiente, per cui ripone le braci nel mantello.

 

Questo ci riporta alla mente anche i falò primaverili, intorno a cui si danzava e cantava:

 "Ghiò, ghiò,ghiò

la vacche é fatte u vò

è fatte u zanidde

San Gesèppe u vecchiaridde"

E il fuoco del falò riporta a quell'uomo che raccoglie nel manto il fuoco per riscaldare la sua Famiglia.

 

Il fuoco nel mantello lo si trova anche nella leggenda della Via Lattea: "La strascìne de San Jaquije" (vedi qui)

 

Qui trovate una parte dell'incipit: vi invitiamo a scaricarvi il pdf , perchè merita davvero di essere letto (per la verità sarebbe meglio leggere l'intero libro!).

Non perdetevi la dolcissima introduzione sulla nonna.

Scarica l'incipit

 

La notte di Natale

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«C’era una volta un uomo», disse, «che uscì nel buio della notte per cercare del fuoco. Andò di casa in casa bussando:

"Cari amici, aiutatemi! Mia moglie ha appena messo al mondo un bimbo e io devo accendere il fuoco per scaldare lei e il piccino."

Ma era notte fonda e tutti dormivano. Nessuno gli rispose.

L’uomo camminò e camminò, finché non scorse da lontano il chiarore di una fiamma. Si avviò in quella direzione e vide un grande fuoco che bruciava all’aperto. Intorno giacevano addormentate tante pecore bianche e un vecchio pastore sedeva a guardia del gregge.

Quando l’uomo che cercava il fuoco si avvicinò alle pecore, si accorse che ai piedi del pastore dormivano tre grossi cani. Al suo arrivo si svegliarono tutti e tre e spalancarono le loro fauci come per abbaiare, ma non uscì alcun suono. L’uomo vide il pelo rizzarsi sul loro dorso e i denti affilati brillare bianchi alla luce del fuoco e li vide lanciarsi contro di lui. Sentì che uno lo addentava alla gamba, un altro alla mano e il terzo gli si aggrappava alla gola. Ma le fauci e i denti con cui avrebbero dovuto addentarlo non ubbidirono e lui non subì alcun male.

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